Da Bari vecchia alle riviste internazionali. Così Nunzia che, assieme a Rosa e Angela, sono le signore delle orecchiette lungo il viale dello storico Arco Basso. “Alle dieci del mattino – si legge – con 40 gradi o freddo, inverno o estate, le signore dell’Arco Basso tirano fuori i tavoli e la spianatoia, come si chiamano in italiano le assi di legno, e si mettono al lavoro. Fanno un piccolo vulcano con una manciata di semolino, aggiungono l’acqua tiepida a spruzzi e la impastano con tutta la forza che hanno nelle braccia. Su e giù, fino a quando il composto si trasforma in uno gnocco giallo. È allora che inizia il vero spettacolo: trasformare il composto in centinaia di migliaia di orecchiette, la pasta a forma di spiga con mille anni di storia che regna incontrastata sulle tavole del sud Italia. sito è Bari, il capoluogo della Puglia, la regione conosciuta come il tacco dello stivale. Sono Nunzia, Angela e Rosa, le custodi della tradizione della pasta fresca, a cui hanno dedicato la loro vita.
Hanno imparato a rilegare prima di imparare a scrivere ea leggere, e ogni giorno si buttano in questo mestiere che ha imposto loro molti sacrifici. “Me l’ha insegnato mia nonna quando avevo cinque anni. Prima di andare a scuola dovevo aiutarla a sistemare le assi e preparare la pasta», ricorda Angela Lastella, che oggi ha 68 anni. Con i capelli castani e la pelle del viso piena di lentiggini, impugna un coltello dal manico azzurro e una larga lama con cui taglia i fili di pasta che trasforma in spighe. Ne taglia un pezzetto, lo trascina sulla tavola per creare un cavatello e lo gira sul pollice per ottenere la tipica forma concava di questa pasta”.
Foto Facebook