“Buongiorno, ho un cane, ma non riesco più a gestirlo. O lo prendete voi o lo faccio sopprimere”. Questa è solo una delle tante telefonate che Patrizia Giaquinto, responsabile del Canile sanitario di Bari e i suoi volontari, ricevono con una frequenza martellante. Abbandoni sì, ma anche una “strana” concezione per la quale se un cane non lo vuoi più, puoi lasciarlo in canile. Una strana concezione dicevamo, che ha portato all’ingresso di 20 cani nel giro di 36 ore. Un numero che fa riflettere se si pensa che la capienza del canile è di 40 posti. “Siamo in piena sofferenza – spiega la Giaquinto – è una situazione molto complicata da gestire perché la nuova linea dell’abbandono è la mancanza di responsabilità dei proprietari che gestiscono i loro cani con troppa leggerezza. Il risultato è che spesso a finire in canile sono proprio i cani di privati”. Naturalmente, senza microchip. “Continua a essere – prosegue la Giaquinto – un grande problema mai risolto. Tutto sbagliato: bisogna lavorare sulla prevenzione. Se non cominciano a fare controlli serrati la situazione continuerà a essere fuori controllo”. Parole che trovanEd è presto spiegato: dal 2016 a oggi in canile sonp entrati 1.500 cani di cui appena 200 con il microchip. “E’ evidente che il problema c’è e per quanto contunuamo a parlarne non si comprende che agire sull’emergenza è sempre più difficile: ora dobbiamo lavorare sulla prevenzione.
I numeri nazionali – Sono 2.345 i cani abbandonati che l’Enpa ha recuperato nel solo mese di luglio scorso. Ma l’Ente nazionale protezione animali denuncia di aver riscontrato anche tante cessioni, anche di cani di razza. “Rifugi pieni, cucciolate abbandonate sotto il sole a morire, cani domestici attaccati con un guinzaglio a un palo o ad un albero. E’ uno scenario preoccupante quello che emerge dal resoconto delle attività quotidiane dei volontari” dell’Enpa, spiega l’associazione. La ong racconta il caso di un giovane rottweiler legato con una corda al guardrail in una strada di Barrafranca, in provincia di Enna, “sotto il sole, che probabilmente per provare a liberarsi si è ferito gravemente e, nonostante il tempestivo arrivo dei volontari dell’Enpa con gli agenti della polizia locale, è stato trovato morto soffocato”. L’Enpa ha presentato denuncia.
E’ stato più fortunato, invece, un cucciolo di pochi mesi, lasciato legato ad un arbusto, in una zona semicentrale di Novara dove i volontari dell’Enpa lo hanno recuperato domenica scorsa. Il piccolo non aveva microchip. A Canosa Patrick, un cagnolino meticcio di taglia media, è stato salvato da un carabiniere che lo ha portato all’Enpa locale. In Puglia, afferma l’associazione, sono tanti i casi di cessioni, anche di cani di razza. Le scuse sono le più varie,
aggiunge l’Ente secondo cui “in molti casi il vero motivo pare sia la mancanza di voglia di trovare una soluzione per l’estate e spendere i soldi per la pensione del cane. “Sono veramente tanti i rifugi al collasso in questo momento. A fronte dell’aumento degli abbandoni – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – che avevamo già quantificato nel 20% in più, diminuiscono le adozioni del 10%, e ora, in agosto, sono ancora più difficili”. Nel segnalare “situazioni difficili sia al nord che al sud”, l’Enpa ricorda “che abbandonare un animale è un reato penale” e che “serve educazione al rispetto degli animali fin da piccoli,
nelle scuole”.