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Nel Salento Radiodervish con un tributo a Franco Battiato

Il programma

Pubblicato da: redazione | Gio, 10 Agosto 2023 - 13:38
Per tutto il mese di agosto prosegue, tra musica e teatro, la programmazione dell’Art&Lab Lu Mbroia di Corigliano d’Otranto. Dopo il primo appuntamento nella notte di San Lorenzo, venerdì 11 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 15 euro) la rassegna Le Notti di Perseo ospita “No Time No Space”. A due anni dalla morte di Franco Battiato i Radiodervish portano in scena un tributo che nasce dall’incontro tra il gruppo e la musica dell’artista catanese. Battiato ha creato un percorso originale nella musica italiana che ha incrociato la ricerca artistica a quella spirituale. È stato anche un punto di riferimento importante per il cantautorato mediterraneo dei Radiodervish che hanno condiviso con lui diverse esperienze artistiche e personali. La band si trova quindi ad essere parte di questo pop-spirituale da lui tracciato. Ed è proprio questo il percorso intorno al quale si sviluppa il concerto tributo che prevede la condivisione di originali interpretazioni delle canzoni di Franco Battiato affiancate da alcuni brani del repertorio della band formata da Nabil Bey (voce, bouzouki, percussioni), Michele Lobaccaro (chitarra, basso, cori) e Alessandro Pipino (tastiere, fisarmonica, cori), affiancati da Pippo Ark D’Ambrosio (percussioni e batteria). Prima del live sarà possibile degustare primi e secondi piatti, insalatone, verdure, dolci e frutta, sorseggiando birre e il vino delle Cantine Duca Carlo Guarini di Scorrano. Posti limitati info e prenotazioni 3381200398.

Domenica 13 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro)  si balla con la Fanfara Tadjiguina. L’ensemble guidato da Emmanuel Ferrari (già anima del progetto Les Troublamours e attualmente impegnato con il quartetto Les trois lézards) suona la musica popolare della Tadjiguinie, ipoetico stato situato ai confini immaginari tra Francia, Italia e Balcani. Otto elementi, tra fiati, percussioni, fisarmoniche e voce, per un viaggio infinito tra i ritmi più indiavolati del mediterraneo e della Francia, per un live in cui è difficile restare seduti ad ascoltare. La Fanfara stupirà gli ascoltatori per portarli in un mondo fatto di poesia, suoni e canzoni.

Il calore di Cuba, le sonorità autentiche delle sue strade e le percussioni a dare ritmo: lunedì 14 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro)  per la prima volta sul palco dell’Art&Lab Lu Mbroia faranno tappa i Salento Son, gruppo nato nel 2003 da salentini con la passione per la musica e la sperimentazione di ritmi vigorosi fino a incontrare quello più antico in assoluto, ovvero il son cubano. Un evento speciale, per festeggiare i vent’anni di una band che ha calcato i più importanti palchi del Sud Italia e non solo: un ritrovo per amanti del ritmo e dei suoni caldi e divertenti. La band, formata da Giuseppe Turco (voce e chitarra), Claudio Miggiano (tres e voce), Alessandro De Pascali (basso e voce), Nico Nike (percussioni), Alberto Stefanizzi (batteria), Simone Stefanizzi (tromba) e altri ospiti, proporrà uno spettacolo divertente e dinamico, sia per chi ama ascoltare seduto al fresco degli ulivi sia per chi ama scatenarsi con i ritmi sudamericani.

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Martedì 15 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) si festeggia Ferragosto con il trio formato da Rachele Andrioli (voce e percussioni), Ekland Hasa (piano) e Redi Hasa (violoncello). I tre musicisti condurranno il pubblico in un viaggio nella canzone popolare e nella world music con particolare riferimento alle sonorità balcaniche. Cantautrice e polistrumentista, Rachele Andrioli, vincitrice nel 2023 del Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana con l’album Leuca, ha acquisito un ruolo importante nell’ambito delle nuove proposte  artistiche pugliesi testimoniato da un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero. Vanta la partecipazione a prestigiosi festival, in solo e con varie formazioni musicali di world music, jazz e classica collaborando con importanti artisti internazionali. Concertista, compositore, docente e arrangiatore dalle numerose anime, Ekland Hasa è un pianista raffinato e graffiante, legato tanto al jazz quanto alla musica classica, alla composizione per orchestra come alle musiche etniche di tutto il mondo. Il violoncellista Redi Hasa che in oltre vent’anni di carriera ha suonato e collaborato, tra gli altri, con Ludovico Einaudi, Robert Plant (voce dei leggendari Led Zeppelin), Kocani Orkestra, Mauro Pagani, Rita Marcotulli, Pacifico, Boban Markovic, Ambrogio Sparagna, Paolo Fresu, Goran Bregovic, Giovanni Sollima, Maria Mazzotta.

Venerdì 18 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro), Clara Blavet (flauti e voce), affiancata da Giovanni Chirico (sax baritono) e Valerio Daniele (elettronica e chitarra baritona), presenterà i brani del disco d’esordio Narcisi e Camomille (Workin’ Label). Flautista, cantante e compositrice appassionata alla commistione di generi musicali e alla sperimentazione interdisciplinare percorre luoghi sonori inesplorati tra musica colta, popular ed elettronica. Narcisi e camomille e un fiorire continuo di flauti e di voci, che creano un sound vibrante e a tratti commovente, un coro elegante, dall’istinto groovy. Un mondo sonoro tutto da indagare e scoprire, lentamente, un fiore alla volta.

Sabato 19 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) arriva That’s all folk!, un viaggio nel folk americano e internazionale, attraverso i folksingers e le canzoni che hanno fatto la storia di questo genere musicale. Dagli anni ’50 e ’60 di Dave van Ronk, Bob Dylan e John Denver, fino ad arrivare alla nuova ondata pop-country-folk con The tallest man on earth, Big Thief e Mumford and sons. Sul palco Gaia Rollo (voce e tastiera), Flavio Paglialunga (voce, ukulele e percussioni), Matteo Bemolle De Benedittis (chitarra e voce), Francesco Bove (basso e voce).

Domenica 20 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) spazio all’energia mediterranea degli Abash che festeggiano i 25 anni di attività.  Il gruppo si forma, infatti, nell’ottobre del 1998 sulla scia del grande ritorno della musica popolare ed etnica salentina, andando alla ricerca di una identità che contemplasse un suono anche orientato ai suoni africani, mediterranei e mediorientali. A questo si aggiunge anche una vena rock che porta la band ad un suono intriso di progressive: in questo si possono, nel Salento, ritenere precursori e tra i pochi interpreti di questo ricco filone musicale. Tra numerosi live in importanti festival, in cui dividono il palco con Banco del Mutuo Soccorso, Ian Anderson (Jetro Tull), Le Orme, incrociano anche la strada della PFM ed in particolare di Franz di Cioccio che diventa il loro produttore. Sarà un live ricco, poetico e denso di universi musicali che si fondono in un’unica strada, magica ed intensa.

Giovedì 24 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) sul palco tornano i Ghetonia, una delle realtà più importanti e longeve della musica popolare salentina. Il gruppo ha come principale animatore Roberto Licci (voce e chitarra acustica), che già dall’inizio degli anni ’70 si interessava di canto e musica popolare di Terra d’Otranto e della Grecìa Salentina. In questi anni si è dedicato in maniera specifica allo studio della canzone grika, ricreandola e arricchendola, contribuendo così a dare visibilità a questa lingua attraverso la musica. Il gruppo, che ha prodotto e pubblicato una ricca discografia, non si è limitato ad interpretare i canti della tradizione, ma ne ha composti di nuovi, utilizzando poesie popolari in griko e testi poetici colti, soprattutto di Vito Domenico Palumbo. I Ghetonia si sono esibiti in Italia e all’estero, partecipando a festival e rassegne in Grecia, Iraq, Cuba, Isole di Capo Verde, Francia, Madeira, Spagna, Romania, Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera, Portogallo.

Venerdì 25 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 8 euro) la rassegna “Storie terra terra – Teatro, musica e natura”, nata dalla collaborazione tra Ura Teatro e Lu Mbroia, continua con “Cammelli a Barbiana. Don Lorenzo Milani e la sua scuola”, uno spettacolo di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia per la regia di Fabrizio Saccomanno. Un ragazzo ricco, sorridente e pure bello. In lotta con la scuola e la sua famiglia. I domestici di casa lo chiamano “signorino”, e a lui non va giù. Ma è un figlio di papà che mentre i ragazzi della sua età vanno a combattere per Mussolini, studia da pittore. Eppure, sotto le bombe dell’estate del ’43 lascia la sua bella e comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni verrà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appenino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù questo ragazzo ricco, sorridente e pure bello darà vita – con pochi ragazzi di mezza montagna – al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario, dinamitardo e rompicoglioni del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani.

Domenica 27 agosto (ore 21:30 – contributo associativo 7 euro) a Corigliano d’Otranto approda una tappa del tour di “My Nirvana” di Redi Hasa, promosso da Ura Teatro nella programmazione Puglia Sounds Tour Italia 2023. Il violoncellista albanese, affiancato da Valerio Daniele (chitarra ed elettronica), proporrà i brani del suo nuovo album, uscito a due anni di distanza “The Stolen Cello”, suo esordio solista. In “My Nirvana” (prodotto come il precedente da Ponderosa Music & Art/Decca Records) Redi Hasa racconta un pezzo della propria storia e di quella della sua generazione: l’incontro dei giovani albanesi con la musica rock e grunge negli anni Novanta, dopo la caduta di un regime che per mezzo secolo aveva messo al bando la distribuzione di tutta la musica occidentale. Era un periodo pieno di contraddizioni: solo pochi anni dopo la fine della dittatura, nel ’97 sarebbe scoppiata la guerra civile che avrebbe portato Redi Hasa a lasciare il suo Paese per giungere in Italia, in Puglia. “My Nirvana”, con nove tracce che rielaborano i pezzi più significativi della band guidata da Kurt Cobain, è il tributo personale e unico, per violoncello solo, all’influsso che i Nirvana con il loro urlo radicale e sincero hanno avuto sui giovani albanesi, all’alba di una rivoluzione non solo esistenziale – ciò che questa musica ha significato per tutti i ragazzi del mondo – ma anche sociale e culturale.

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