In occasione del pagamento dell’ultima rata di Reddito di cittadinanza ai percettori che hanno già fruito di 7 mensilità nel 2023, l’Inps , con un sms o e-mail, ha informato gli interessati della sospensione del beneficio come previsto dalla norma. In particolare, nella sintetica comunicazione, è stato anche ricordato che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata. Si precisa che questa eventualità riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.
La presa in carico chiaramente non potrà quindi riguardare tutti i soggetti che sono già stati o potranno essere indirizzati ai servizi per l’impiego per intraprendere percorsi lavorativi e per i quali lo stesso decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48 (convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85) ha previsto l’accesso alla nuova misura del Supporto formazione e lavoro a partire da settembre.
“Le polemiche dell’opposizione – ha detto il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari – sono pretestuose visto che era noto da tempo che fosse un sussidio a termine. In più la maggioranza ha scelto di tutelare almeno i fragili prevedendo il prosieguo degli aiuti per invalidi, anziani e famiglie con minori a carico. Le persone che perderanno ora il reddito di cittadinanza lo avrebbero perso anche con la norma dei grillini. Anzi, grazie a noi almeno i fragili lo manterranno. Se questo è il livello dell’opposizione temo che ci toccherà governare a lungo”.
“Il governo – replica il segretario della Cgil Maurizio Landini – taglia il reddito a 169 mila famiglie e contemporaneamente continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese”. Dal sindacato arriva un altro allarme. “Centinaia di migliaia di persone – dice Daniela Barbaresi, responsabile delle politiche sociali – dai prossimi giorni si ritroveranno senza sostegni”.
«I poveri e i più deboli sono il Problema del nostro Paese. È questo il messaggio che il Governo Meloni ha inviato con l’sms arrivato a 169mila famiglie che annuncia loro che devono dire addio al sostegno avuto grazie al reddito di cittadinanza. Famiglie che grazie a questo aiuto sono riuscite a risollevarsi e a sopravvivere (non vivere) oggi piombano nell’incertezza, perché è solo colpa loro se non hanno un lavoro, è solo colpa loro se sono in difficoltà, è solo colpa loro se hanno bisogno di aiuto. Sono loro che non vogliono fare nulla e preferiscono stare a casa sul divano. È davvero questo il messaggio che vogliamo dare ai cittadini e al Paese? È davvero questa la politica in Italia oggi? Invece di fare la lotta all’evasione, al lavoro nero, al lavoro povero, invece di approvare il salario minimo si incolpano i più deboli dei problemi del Paese. Noi non ci stiamo. Lotteremo con tutte le nostre forze contro un Governo che lancia al mondo questo messaggio, saremo sempre dalla parte dei più deboli e non possiamo e non dobbiamo dare loro colpe che non hanno in alcun modo». Così il deputato barese del Pd Marco Lacarra.