Il caro prezzi si abbatte sul turismo. Secondo le rilevazioni di Demoskopika, che l’Ansa pubblica in anteprima, l’incremento dell’inflazione nel settore – calcolata superiore di oltre 3 punti percentuali rispetto a quella dell’indice generale Istat – genererebbe rincari pari a 3,9 miliardi della spesa turistica di italiani e stranieri che hanno scelto di trascorrere una vacanza nei mesi estivi nelle località italiane. A pesare prioritariamente alcune voci con in testa, per inflazione tendenziale al giugno del 2023 rispetto allo stesso mese 2022, il trasporto aereo (+23,5%), i pacchetti vacanza (+17,7%) e l’alloggio (+12,8%).
L’aumento dei prezzi nel turismo coinvolge tutte le regioni ma sono cinque i sistemi “più colpiti” in cui la crescita dei prezzi risulta più alta rispetto al dato nazionale: Lazio (+9,5%) con un impatto sulla spesa turistica pari a 362 milioni di euro, Lombardia (+9,2%) con un impatto pari 389 milioni di euro, Toscana e Molise (9,1%) con impatto rispettivamente pari a 595 milioni di euro e a 5 milioni di euro e, infine, Campania (9%) con un impatto pari a 234 milioni di euro.
Sul versante opposto, nelle posizioni più basse per incremento minore rispetto all’inflazione acquisita italiana per il mese di giugno dell’anno in corso si collocano altre cinque aree regionali: Valle d’Aosta (+7,9%) con un impatto pari 20 milioni di euro, Trentino Alto Adige (+8%) con un impatto pari a 197 milioni di euro, Basilicata (+8,2%) con un impatto pari a 20 milioni di euro, Marche (+8,3%) con un impatto pari a 79 milioni di euro e, infine, Abruzzo (+8,4%) con un impatto pari a 51 milioni di euro.