Torna l’incubo grano e i consumatori italiani rischiano di pagare a caro prezzo il rialzo delle quotazioni della materia prima sui mercati internazionali. Lo afferma Assoutenti, che fornisce i dati sui possibili effetti degli aumenti dei prodotti derivati dal grano per le tasche delle famiglie.
“Lo stop della Russia all’accordo Onu per l’export alimentare dell’Ucraina, i raid che hanno distrutto 60mila tonnellate di grano e il crollo della produzione fino al -60% per gli effetti del clima, rischiano di scatenare uno tsunami che si riverserà direttamente sulle tasche delle famiglie – spiega il presidente Furio Truzzi – Un nucleo di 4 persone spende in media in Italia 1.320 euro annui per pane e cereali (pasta, riso, gallette, crackers, e derivati vari): un aumento dei prezzi al dettaglio del 10% per i prodotti derivati dal grano determinerebbe una maggiore spesa da +132 euro annui a famiglia solo per costi diretti. Ad esempio il prezzo della pasta, oggi attorno ai 2,09 euro al kg, salirebbe ad una media nazionale di 2,29 euro. Il prezzo del pane, invece, che oggi è attorno ai 3,9 euro al kg, arriverebbe a una media di 4,3 euro al kg.
Un rincaro che si verificherebbe proprio quando i prezzi della pasta, dopo mesi di costante salita, hanno avviato un trend al ribasso, invertendo così la rotta virtuosa a tutto danno dei consumatori che, ricordiamo, consumano ogni anno 23 kg di pasta pro capite” – conclude Truzzi.