La ricerca sul cineturismo di Jfc analizza i flussi turistici che nascono a seguito dell’ambientazione di film, fiction ed il loro valore economico, oltre ad una valorizzazione complessiva del fenomeno del cineturismo in Italia, aggregando quindi i valori generati dalla presenza delle case di produzione ed il loro “lascito” sul territorio con la spesa dei movie-tourist siano essi ospiti sul territorio sia day-user.
In Italia il cineturismo genera sui territori dove avvengono le riprese un beneficio economico pari a 597 milioni 440mila euro. Di questi, la maggior parte – 321 milioni circa – è il valore economico generato da coloro, italiani e stranieri, che scelgono di soggiornare e /o visitare in giornata i luoghi delle sceneggiature. Si tratta di 1 milione 344mila presenze turistiche (17,7% stranieri) e 11 milioni 603mila day user (34,2% stranieri). Purtroppo ancora oggi l’Italia riesce a raccogliere solo l’1,8% dei soggiorni di movie-tourists internazionali. L’altra quota è generata da quanto le case di produzioni lasciano sul territorio durante le riprese, che è pari ad ulteriori 276 milioni 272mila euro, la maggior parte dei quali (il 41,5%) è distribuito tra maestranze/tecnici locali e le strutture alberghiere che ospitano le troupe.
Se negli ultimi sette anni i movie-tourist internazionali sono aumentati, passando dai 42 milioni del 2016 ai 50,8 milioni del 2023, con un incremento del +21%, in Italia il fenomeno è tuttora marginale ed il cineturismo non è ancora esploso, se si considera che sugli 8 milioni 385mila circa movie-tourist internazionali – che hanno questa come motivazione principale del loro soggiorno – coloro che scelgono l’Italia per visitare i luoghi dei grandi cinema sono 150.935 con una permanenza media di 1,5 notti e complessive 226mila presenze. In sostanza, vi è ancora molto lavoro da fare per i flussi stranieri interessati a questa tematica.
Grande crescita, invece, del numero di connazionali che si muovono per cineturismo: nel 2023, saranno poco più di 698mila con una permanenza media pari a 1,6 notti, che genereranno complessivamente oltre 1 milione 117mila presenze.
Nella classifica delle regioni italiane film feeling – ovvero che offrono agevolazioni, fondi e supporto operativo alle produzioni – al primo posto troviamo la Puglia seguita dalle province Autonome dell’Alto Adige e del Trentino.
Dalla ricerca sul cineturismo di Jfc emerge che, se è vero che nella scelta della location “comanda il copione”, anche se di meno rispetto al passato, vi sono poi altri elementi che le case di produzione prendono in considerazione. La location viene in prevalenza scelta sulla base della “bellezza, attrattività ed estetica del luogo” (14%) ed anche in base alla “disponibilità di fondi regionali e/o comunali” (11,5%), la presenza di una “logistica funzionale” (9,1%), intendendo come tale gli spazi di manovra della troupe, parcheggi per mezzi, uffici, facilità di organizzare un campo base, spazi adibiti al facile trasporto di attori, troupe, produzione, l’attinenza tra l’ambiente e la sceneggiatura” (8,9%).
Tra gli elementi che allontanano le produzioni dalle location ci sono le “difficoltà logistiche e la raggiungibilità dei luoghi” (15,1%), la problematica di una “burocrazia lenta e complessa” (12%), la “scarsa empatia tra le produzioni e le istituzioni” (9,7%), la “mancanza di maestranze locali” (9,5%), la “carenza di strutture per l’accommodation” (8%).