La strangolò, la gettò nella vasca da bagno e tentò un depistaggio, postando sul profilo Facebook della donna un messaggio in cui scriveva di aver appuntamento con tre uomini. Poi allestì la scena del delitto in modo che si pensasse a un’orgia non consumata. Anna Costanzo, la truccatrice del teatro Petruzzelli, fu uccisa così due volte – la notte tra il 10 e l’11 luglio del 2009 – dal suo ex fidanzato, Alessandro Angelillo. Fu uccisa anche da quello squallido depistaggio. Da quelle parole postate sul suo profilo Facebook per mano dell’assassino: “Appena tornata. Ho conosciuto 3 tipi… Ma verranno?”. Gli investigatori – però – compresero a stretto giro che era stato proprio Angelillo ad ucciderla. A novembre del 2009 l’arresto per omicidio. La condanna in I grado durissima: 30 anni di carcere. Poi la confessione (“Sono amareggiato e dispiaciuto per quello che ho commesso. Se potessi darei la mia stessa vita per far tornare in vita Anna Costanzo) e la sentenza in appello: pena ridotta a 16 anni e sei mesi.
Sono trascorsi 14 anni da quel giorno. Oggi la cugina di Anna, Alessandra Costanzo ha scritto su un gruppo Facebook un messaggio per ricordarla: “Anna era mia cugina, quella grande, quella alla quale chiedevamo consigli, quella sempre pronta ad accoglierci. Era forte Anna, era indipendente Anna. L’unico errore che ha fatto nella sua vita è stato quello di non denunciare e di sottovalutare il suo assassino dicendoci frasi tipo: ‘Ma che deve fare quello’. È capitato che in questo gruppo io abbia letto post nei quali si chiedeva consiglio sul cosa fare difronte ad un partner sbagliato. È la bellezza di questo gruppo, il confronto, essere mamme non vuol dire non essere più donne”. Infine, l’appello: “Ecco volevo dirvi non siete sole: ci sono associazioni che possono aiutare, banalmente dietro questo schermo ci siamo noi. Non abbiate paura. Denunciate”.