Con l’aumento dell’inflazione, che per gli alimentari è arrivata all’11,2%, si è aggravato lo scenario di difficoltà per gli anziani, con il 32,8% che percepisce assegni sotto la soglia dei mille euro, ma l’11,3% dei pensionati prende meno di 500 euro al mese, con oltre il 30% dei nonni che vivono in povertà assoluta e necessitano di politiche di sostegno e socio-sanitarie. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione alla nota diramata dall’Inps che annuncia gli aumenti delle pensioni minime promessi dall’ultima Legge di Bilancio, comprensivi degli arretrati da gennaio 2023, con il Tavolo delle Pensioni ripartito al Ministero del Lavoro, per discutere con datori di lavoro e sindacati sui futuri scenari pensionistici. Si tratta, questa volta, di una rivalutazione straordinaria e transitoria che terminerà a fine 2024, molto diversa rispetto alla precedente rivalutazione ordinaria che era rivolta a tutti i pensionati e dettata dall’inflazione in crescita.
Essenziale il ruolo degli anziani nelle aree rurali, dove la presenza di un pensionato viene considerata dal 40 per cento dei pugliesi un fattore determinante per contribuire alla gestione familiare, mentre il 35 per cento guarda ai nonni come un valido aiuto per seguire i bambini fuori dall’orario scolastico. C’è poi un 17 per cento che – continua la Coldiretti – ne apprezza i consigli e l’esperienza ed un 4 per cento che si avvantaggia del loro sostegno lavorativo a livello domestico.
Da qui la necessità di intervenire per tutelare gli anziani, patrimonio di esperienza e ausilio vitale nelle famiglie, recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse – afferma Coldiretti Puglia – eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza, definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria.
La presenza dei nonni – sottolinea la Coldiretti regionale – è sempre più importante anche rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani verso abitudini più salutari nelle scuole e nelle case. Uno stile nutrizionale – ricorda Coldiretti – basato sui prodotti della dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che ha consentito – continua Coldiretti – una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale pari a 80,8 per gli uomini e a 85,2 per le donne.
Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E’ evidente – conclude Coldiretti Puglia – l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dei servizi pubblici.