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Bari, da informatico ad artigiano del legno: “Ora vivo il mio sogno”

La storia di Ugo, cittadino barese che nel periodo più buio della pandemia ha aperto una falegnameria a Torricella, nel Municipio 5

Pubblicato da: Francesca Emilio | Sab, 1 Luglio 2023 - 19:46

“Non è una questione di coraggio, ma di volontà: volevo vivere il mio sogno. Comprendo i rischi, ma vedo soprattutto i benefici”. A raccontarlo a Borderline24 è Ugo Lorusso, cittadino barese e artigiano del legno che, proprio nel periodo più buio della pandemia, quando era necessario restare chiusi in casa e praticare l’isolamento sociale, ha deciso di aprire una falegnameria a Torricella, nel Municipio V, alla periferia di Bari. Ma andiamo per gradi.

Ugo ha 32 anni e da sempre nutre una grande passione per “l’arte del creare”, in particolare con il legno, dal quale è affascinato per via delle diverse forme che può assumere e dalla facilità con cui è possibile modellarlo e trasformarlo in oggetti che abbiano un significato e possano creare un ricordo o meglio, come racconta “possano fornire un’esperienza”. Ma la strada che l’ha portato a realizzare il suo sogno, sebbene sia sempre stata ben definita, non è stata facile. Dopo un diploma al Nautico, Ugo, si è imbarcato su una nave, poi, al suo ritorno, si è iscritto alla facoltà di Informatica, dove si è anche laureato. Da sempre però, sapeva che quella non era la sua strada. Da qui la necessità di prendere una decisione: continuare a vivere solo la sua passione come tale o farne un mestiere, correndo però non pochi rischi. E’ così che, nel 2019, mentre la pandemia da Covid-19 incalzava e il futuro si faceva sempre più incerto, ha deciso di rischiare tutto aprendo una falegnameria a Torricella, vicinissima a San Pio, una piazza vuota, di fatto, ma ricca di ragazzi che, come lui, sognano tanto.

“Ho scelto un luogo vicino al posto in cui abito – ha raccontato – il luogo non è un limite, ma è relativo, soprattutto oggi, in cui possiamo vendere online. Sicuramente il posto non mi ha portato benefici, se sono con la saracinesca aperta nessuno si ferma a bussare alla mia porta, come una falegnameria in centro. Per me non si è trattato di un atto di coraggio, vedo tutti i rischi, ma guardo soprattutto ai benefici. Non è per niente facile andare avanti, tanti pensano che si guadagnano cifre incredibili, ma non è così e i costi sono aumentati in maniera esponenziale. Ma ad un certo punto bisogna scegliere ed io ho scelto di essere felice. Ho aperto ormai tre anni fa, durante la pandemia. In quel periodo l’alternativa era abbandonare del tutto questo mondo per dedicarmi ad altro. Così, mentre tanti altri chiudevano le saracinesche io ho aperto la mia. E oggi sono ancora felice della scelta fatta” – ha evidenziato precisando che non sarebbe stato possibile senza il supporto delle persone che, nei momenti di difficoltà, che non sono mancati, lo hanno aiutato.

“Il mio – ha spiegato ancora – è un lavoro difficile ed è spesso stagionale. Lavoro soprattutto con le barche e ci sono periodi in cui sono completamente fermo. Proprio per questo ho dovuto reinventarmi. Non voglio essere il classico falegname, cerco di creare dei prodotti particolari e di sfruttare molto le nuove tecnologie e il mondo del web. L’idea di falegnameria classica va stravolta, non si può essere competitivi senza idee innovative, in un mondo in cui esistono già prodotti pronti che possono essere acquistati ovunque. Io cerco di ascoltare le persone, di entrare nelle loro storie e di creare qualcosa che possa fornire loro non solo un oggetto unico, ma anche un prodotto che offra un’esperienza, un ricordo legato al legno” – ha sottolineato.

Attualmente, il progetto sul quale è maggiormente concentrato riguarda i taglieri da cucina. “L’obiettivo è quello di raccontare una storia – ha precisato – non deve esserci solo utilità dietro l’oggetto. In qualche modo, quando lavoro a qualcosa, trasmetto parte di quello in cui credo e che desidero. E’ questo a rendere particolare quello che creo, il fatto che le mie emozioni, la mia passione, arrivi all’oggetto e in qualche modo, anche a chi sceglie di farlo proprio. Oggi non potrei essere qui se non fosse per l’online, lavoro tanto grazie a questo. Sono in falegnameria dalle 10 alle 12 ore al giorno, 8 ore nei weekend. Le difficoltà ci sono, ma sono pronto ad affrontarle” – ha concluso.

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