Bari, così come le altre località turistiche balneari e le città d’arte stanno diventando sempre più care. Aumentano i prezzi delle strutture ricettive così come quelle dei ristoranti. Il capoluogo pugliese però tiene rispetto alle altre mete turistiche italiane: in media i prezzi degli alloggi sono saliti rispetto lo scorso anno in media del 13,6%, a fronte di un incremento a Bari del 7%. Ma sono forti le differenze sul territorio.
A rivelarlo uno studio del Codacons che attesta infatti come siano le città d’arte e le località balneari quelle che fanno segnare veri e propri rincari record. In testa alla classifica del caro-alberghi si piazza Firenze, dove i listini di hotel, B&B, e strutture ricettive in genere salgono del +53% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Palermo (+35,9%), al terzo Milano (+27,7%). Seguono Olbia con +27,2%, Venezia (+25,5%), Roma (+20,9%) e la provincia di Ravenna (+20%). Sul fronte dei pacchetti vacanza, il rincaro medio è del +19,2%, ma si spende di più anche per mangiare in bar e ristoranti, con il comparto della ristorazione che ha applicato aumenti medi del +6,7%, e punte del +15,3% a Viterbo, +12,3% a Brindisi, +11,5% a Cosenza.
Non si arresta quindi l’ondata dei rincari nel settore del turismo, con prezzi e tariffe che continuano a salire a ritmo vertiginoso rendendo sempre più costoso organizzare le vacanze estive. Un’altra nota dolente riguarda il comparto dei servizi legati ai trasporti – analizza l’associazione – Un biglietto aereo per un volo nazionale costa oggi il 43,9% in più rispetto allo scorso anno, +42,6% se si sceglie una destinazione europea, +36,8% una meta internazionale. Il trasporto ferroviario rincara del 3,8% mentre benzina e gasolio hanno ripreso la corsa al rialzo.
Si passa poi ai beni alimentari tipici del periodo estivo, “e anche qui i numeri dimostrano – precisa il Codacons – come gli italiani questa estate dovranno mettere mano al portafogli per bere e mangiare: i gelati rincarano infatti del 21,8%, gli aperitivi alcolici del +10%, la birra del +13,9%, mentre per una bevanda gassata si spende in media il 20,7% in più rispetto allo scorso anno, +16,7% i succhi di frutta. Una cena in casa a base di pesce costa mediamente l’8,2% in più, con punte del +15,6% se si ricorre al pesce surgelato. Non si salva dai rincari nemmeno l’insalata, i cui prezzi salgono del 10,9%, e se si vogliono aggiungere i pomodori, la spesa rispetto allo scorso anno aumenta addirittura del 18,2%.