Savino Parisi continua a mantenere una posizione apicale all’interno del gruppo criminale di appartenenza. Lo scrivono i giudici della Corte di Cassazione nel provvedimento che ha rigettato il ricorso degli avvocati di Savino Parisi, boss del quartiere Japigia di Bari, confermando l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Perugia (a cui spetta la competenza perché il boss è detenuto nel carcere di Terni) di revoca della liberazione anticipata. La revoca allunga la detenzione in carcere di Parisi sino al maggio del 2023: in sostanza di altri tre anni. Parisi aveva fatto ricorso contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza ma i motivi erano stati ritenuti dai giudici «in parte infondati e in parte inammissibili» e ciò è stato spiegato da sentenze irrevocabili di condanna che fanno riferimento ad un periodo di circa 11 anni. La decisione dei giudici viene spiegata e motivata «a causa della commissione di gravi reati da parte del Parisi nel corso della espiazione della pena in periodi successivi alle concessioni della liberazione anticipata».
(Foto archivio ‘L’arresto del boss Parisi nel 2007’)