“La maggioranza di centrosinistra al Comune di Bari non ha approvato l’immediata esecutività del rendiconto di gestione. Nonostante la maggioranza bulgara, sulla carta, i consiglieri della corte di Decaro, in seconda convocazione, non erano presenti per garantire il numero di voti richiesti, 19″. A dichiararlo i consiglieri di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale Antonio Ciaula, Filippo Melchiorre e Michele Picaro.
“Si vede – continua la nota – che sono già al mare o, più probabilmente, sono impegnati a capire dove collocarsi in vista delle prossime elezioni amministrative del 2024. Avevamo chiesto di anticipare l’ordine del giorno relativo all’annoso problema di “cassa prestanza”, ma il numero legale non c’era e quindi non si è proseguito con i lavori del Consiglio”.
“È notorio – proseguono – come il rendiconto rappresenti un particolare momento in cui verificare la solidità dal punto di vista finanziario ed economico-patrimoniale del Comune e quindi per rendicontare anche al Consiglio comunale quelli che sono gli esiti in termini numerici della capacità del Comune di introitare e accertare le risorse previste, di spendere, di utilizzare gli strumenti finanziari e quindi anche la cassa per il pagamento dei propri fornitori, e in generale consentire di verificare quello che è l’intera attività dell’amministrazione. In tale contesto, il rendiconto di gestione 2022 che eravamo chiamati ad approvare, restituisce l’immagine di un’amministrazione priva di una visione innovativa di razionalizzazione della spesa. Partiamo dai residui attivi per cui si registra sul fronte delle entrate tributarie, pari a 156 milioni di euro, un decremento pari a 12 milioni di euro, oltre ad un imponente stralcio di crediti che nel corso degli ultimi esercizi sono stati allocati dal conto del bilancio allo stato patrimoniale tra i crediti inesigibili per un importo complessivo pari a 30 milioni di euro. Lo stesso dicasi per le entrate extratributarie che rispetto ai 134 milioni di euro registrati nell’anno 2021, per il 2022 ammontano a 109 milioni di euro. Ma anche in questo caso con un imponente stralcio di crediti di 29 milioni di euro di difficile esazione. Ed ancora, in riferimento alle entrate extratributarie, indubbiamente negativo è il dato relativo all’imposta sulla pubblicità in cui a fronte di un’entrata registrata nel 2019 di 2 milioni 780 mila euro, nel 2022 ne abbiamo registrata una di 2 milioni e 300 mila euro. In tutto ciò, l’amministrazione comunale ha dimostrato incapacità nella riscossione di entrate proprie, ma soprattutto extratributarie”.
“Un’amministrazione lungimirante avrebbe immediatamente apportato delle misure correttive per evitare che il perdurare dei residui attivi potesse minare i futuri equilibri complessivi del bilancio, oltre al fatto che tali crediti, ormai inesigibili, rappresenterebbero un patrimonio significativo a disposizione dell’ente, a fronte del quale la loro realizzazione fornirebbe ingenti nuove disponibilità di bilancio per le finalità istituzionali dell’ente medesimo. Invece, affrontando i residui passivi che ammontano complessivamente a 11 milioni 141mila e 572 euro, inevitabilmente si entra nel mai risolto e gravoso problema delle società partecipate. Infatti, ad oggi, non è stato raggiunto il definitivo allineamento delle reciproche partite creditorie e debitorie tra Amiu, Amtab e il Comune di Bari. A ciò si aggiunge il dover registrare anche un forte ritardo nella trasmissione, da parte delle stesse, delle informazioni necessarie all’elaborazione dei documenti di programmazione e rendicontazione tali da incidere negativamente sul rispetto dei termini perentori di approvazione del rendiconto di gestione. Tutto ciò si traduce in un altrettanto acclarata mancata attivazione di tutti gli strumenti di controllo previsti dall’ordinamento e dal vigente regolamento sui controlli interni sulle società partecipate. Proseguendo, non si comprendono le ragioni dell’affidamento di incarichi esterni per la gestione del contenzioso per un importo complessivo di 500 mila euro a fronte di un elevato numero di avvocati interni alla struttura. Ed infine, ma non ultimo per di importanza, emergono i dati sconfortanti relativi alla Tari, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche dell’assessore Petruzzelli in cui il servizio porta a porta avrebbe comportato un risparmio di spesa per i cittadini, invece ogni singola zona costa alla tasche degli stessi 1 milione e 200 mila euro all’anno”.
“L’amministrazione Decaro – conclude la nota – ha fornito l’ennesima dimostrazione che questa maggioranza è ormai intenta a tutelare sé stessa con lo sguardo rivolto all’anno prossimo per perpetuare il sistema di gestione del potere, anziché pensare a come risolvere i problemi dei cittadini”.