Sarà una nuova finestra per tutte le donne vittime della violenza maschile. Un’antenna attenta alle necessità di chi non ha più la forza di progettare un futuro lontano dai soprusi. Mercoledì
28 giugno 2023, alle 10.30, nella Casa delle Donne del Mediterraneo, in Piazzetta Sant’Antonio 5 a Bari, sarà inaugurato uno sportello del CAV “Paola Labriola” nell’ambito del progetto “Second Life”, un progetto realizzato con il sostegno di Fondazione con il Sud, che vuole rafforzare le azioni del centro antiviolenza “Paola Labriola” gestito dall’APS G.I.R.A.F.F.A. al fine di far emergere ed accompagnare un maggior numero di donne vittime di violenza maschile al recupero della propria autostima, e di avviare un innovativo percorso che lavori sulla violenza economica e sull’inserimento socio-lavorativo. Capofila del progetto è l’associazione G.I.R.A.F.F.A. onlus che opera insieme con Azienda Ospedaliera universitaria Policlinico di Bari, Comune di Bari, I.C. Davanzati-Mastromatteo, IC Japigia 1-Verga, Regione Puglia-Garante dei Diritti del Minore, CREIS- Centro Ricerca per l’innovazione sostenibile, Liceo Scientifico Salvemini, Ordine Psicologi Regione Puglia, Ordine Assistenti sociali Puglia, Ordine giornalisti della Puglia, Roel Odv, Biellebi srl, Università degli Studi di Bari- Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica, Idee aps, Comitato Pari Opportunità degli avvocati di Bari, Laboratoriocom.
Interverranno le avvocate Maria Pia Vigilante e Uljana Gazidede, rispettivamente presidente di G.I.R.A.F.F.A. e presidente della Casa delle donne del Mediterraneo, rappresentanti della rete e autorità che operano sul territorio. Second Life è un progetto che vuole rafforzare le azioni del centro antiviolenza “Paola Labriola” gestito dall’APS G.I.R.A.F.F.A. al fine di far emergere ed accompagnare un maggior numero di donne vittime di violenza maschile al recupero della propria autostima, e di avviare un innovativo percorso che lavori sulla violenza economica e sull’inserimento socio-lavorativo. Ma è anche un progetto che vuole promuovere un cambiamento culturale a partire dalla condivisione, tra i soggetti della rete, di comuni modalità di accoglienza e linguaggio e di un protocollo che definisca una procedura di azioni condivise.
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