Secondo i dati del Changing Traveller Report 2022 di SiteMinder la percentuale di viaggiatori che sceglie di soggiornare in un b&b o in una casa vacanza è aumentata nell’ultimo anno di 5 punti percentuali, passando dal 23% al 28%. Tra i viaggiatori locali aumenta la richiesta di soggiorni nelle strutture più piccole, il 40% degli italiani preferirebbe, infatti, questa tipologia di pernottamento per il prossimo viaggio e a marzo 2023 il 70% delle prenotazioni in Italia proveniva dall’estero. I dati mostrano che gli aumenti dei prezzi sono stati più significativi per le strutture italiane più piccole. Il confronto tra il 2019 e il 2022 evidenzia un aumento delle tariffe degli alloggi in Italia: il costo medio di una camera nelle piccole strutture italiane è aumentato del 33% a fronte di un aumento del 26% emerso in tutte le strutture italiane nello stesso periodo.
Settembre è stato il mese che ha registrato le tariffe più alte, con costi superiori del 90% rispetto a gennaio (mese caratterizzato dai prezzi più economici). L’intervallo medio di prenotazione presso le piccole strutture ricettive italiane è salito a 34 giorni, 13 giorni in più rispetto ai 21 del 2021, con un aumento del 62%. I tassi di cancellazione sono progressivamente diminuiti, passando dal 39% durante l’anno della pandemia (2020), al 25% nel 2021 fino al 24% nel 2022. Le prenotazioni effettuate direttamente sui siti sono state la fonte di ricavi più importante per le piccole strutture italiane nel 2022 rispetto agli hotel di maggiore dimensione. Le strutture da 1 a 20 camere sono state quindi in grado di dirigere il traffico di visitatori sui propri motori di prenotazione e assicurarsi che i soggiorni venissero confermati direttamente. Insieme ai siti web, Booking.com e Airbnb rappresentano i canali più redditizi per le piccole strutture italiane nel 2022.