Venti controlli dal giorno dell’inaugurazione (a dicembre scorso) in poi , due verbali e infine la chiusura disposta lo scorso 19 giugno. A raccontarlo a Borderline24 è Giorgia Di Giacomo, che assieme a Gianvito Zonno gestisce la vineria “Ruffiano ” in via Roberto Da Bari: “Nel weekend siamo soliti mettere musica nel locale. Non immaginate musica alta o da discoteca. La nostra è una clientela adulta che vuole sorseggiare buon vino e chiacchierare in serenità. Lo scorso febbraio stavamo festeggiando un compleanno. I vigili sono arrivati venti minuti dopo la mezzanotte: c’era solo sottofondo musicale perché la festa era ancora in corso e non è facile spegnere tutto quando la clientela è ancora nel locale. Credo – prosegue – che serva un minimo di tolleranza”.
I vigili sono tornati al Ruffiano. E non solo loro: anche la polizia (per controlli amministrativi), il Nas e gli agenti della locale, assieme all’annona. Sempre con esiti negativi. “Anche il verbale dello scorso 19 giugno ha avuto esiti negativi ma comunque hanno disposto la chiusura del nostro locale in riferimento al verbale di febbraio scorso”. Tre giorni quindi con le saracinesche abbassate: “Io credo che questa ordinanza sia assolutamente anacronistica: Bari ha una vocazione turistica e i locali devono adeguarsi a una domanda sempre più vasta. Credo che in nessuna parte di Italia e d’Europa si pretenda di ‘spegnere’ una città a mezzanotte”. Un malessere quello degli imprenditori della notte che presto verrà messo nero su bianco: “L’idea è quella di raccogliere firme e di confrontarci con le associazioni di categoria. Io comprendo che sia inaccettabile la malamovida dai residenti, ma la nostra è una movida fatta di gente per bene che vuole trascorrere una serata in compagnia. Noi non vendiamo cicchetti a 1 euro e non creiamo assembramenti per le strade del centro. Ma non esistono solo i residenti e bisogna venirsi incontro: le realtà ‘sane’ vanno rispettate. Ripeto – conclude – questa è un’ordinanza assolutamente anacronistica”.
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