“La natura ha la grande attitudine di essere resiliente, molto più di quanto pensiamo. Per questo, ma non solo, c’è tutta la volontà di coniugare le esigenze preminenti collegate alla portualità con la possibilità di valorizzare anche gli aspetti naturalistici dei porti”. Sono le parole affidate a Borderline24 da Ugo Patroni Griffi, Presidente Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Meridionale, in merito all’oasi di Marisabella, luogo antistante al lungomare Vittorio Veneto, compreso tra la Fiera del Levante e il molo Pizzoli, all’interno del quale la natura ha resistito ai cantieri e al cemento.
Si tratta, più nello specifico, così come sottolineato da Patroni Griffi, di un’oasi artificiale creatasi nel corso del tempo. La sua storia ha origini ben lontane: il luogo si chiama infatti così per la duchessa barese Isabella D’Aragona che, tra i suoi progetti, aveva quello di rendere la città un’isola per offrire maggiore protezione dagli attacchi tramite l’ausilio di un grande canale artificiale e navigabile. I lavori però, in seguito alla morte della donna, non furono mai ultimati e furono inoltre cancellati, definitivamente, da un’alluvione. Oggi, la maggior parte di quell’area è stata coperta dal cemento per via dei lavori relativi all’espansione dell’area aeroportuale, resta però solo una piccola parte in cui, nel corso del tempo, la natura ha preso il sopravvento permettendo la creazione di una vera e propria oasi popolata da diversi animali che, in molti, soprattutto le associazioni, vogliono preservare. Oggi, nell’oasi, proliferano anatre, tartarughe e ancora aironi, falchi e cormorani.
“L’intenzione è quella di proteggere l’area – ha spiegato Patroni Griffi – la natura colonizza tutto e in quell’area si è creata una zona artificiale in cui le acque stagnanti hanno reso possibile la vegetazione e la presenza di animali. In questo periodo, mi hanno raccontato le associazioni ambientaliste con cui abbiamo un confronto costante, stanno anche nidificando. L’intenzione, una volta completata l’aerea è quella di preservare quell’ambiente valorizzandolo” – ha evidenziato. Attualmente l’aerea è protagonista di una seria di lavori per la realizzazione del “porto di Marisabella”. A febbraio scorso è stata infatti effettuata la posa in opera dei cassoni, strutture in calcestruzzo armato, funzionali alla conterminazione delle colmate di cemento. Anche in questo caso i lavori procedono.
L’idea del cemento non è mai stata accettata dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste che, invece, in passato hanno protestato contro le colmate proponendo un’alternativa che permettesse all’area di lasciare intatte la caratteristiche naturali acquisite nel tempo. Ma il dialogo con le associazioni, ha sottolineato ancora Patroni Griffi, è stato sempre costante e lo è ancora oggi. “Abbiamo avuto già in passato incontri con le associazioni, l’obiettivo è quello di permettere agli animali di completare i cicli riproduttivi e non rinunciare al loro nuovo habitat sia durante i lavori, sia a lavori terminati. A interventi finiti resteranno dei canali naturali che potranno essere utilizzati dagli animali. Vogliamo far coincidere le esigenze relative all’attività portuale con la valorizzazione degli aspetti naturalistici. Preserveremo, nei limiti del possibile, le aree in cui la natura si esprime” – ha concluso.
Foto di Alessandro Ferrara