“La competenza esclusiva in materia di programmazione dell’offerta di istruzione e formazione sul territorio regionale, ivi compresa la funzione di organizzazione della rete scolastica è propria dell’ente Regione. Tanto è vero che la Puglia, contro il comma della legge finanziaria, che prevede di attenersi ad una media di 900 alunni per scuola ha anche depositato un ricorso alla Corte costituzionale. Sorprendentemente, però, l’assessorato regionale al ramo, senza alcuna valutazione relativa alle peculiarità territoriali ma con semplici calcoli ragionieristici, ha inviato alle organizzazioni sindacali alcune ipotesi di dimensionamento della rete scolastica pugliese, che prevedono una riduzione delle autonomie scolastiche con una forbice compresa tra le 55 e le 65 scuole a livello regionale”. Lo svela Gianni Verga, segretario generale della UIL Scuola Puglia, che prevede prospettive nebulose per gli istituti del territorio regionale.
“Nella peggiore delle ipotesi – secondo Verga – la provincia di Bari perderebbe 13 scuole, la Bat 4, Brindisi e Foggia 7, Lecce 22, Taranto 12. Non solo, detta ipotesi prevederebbe 12 scuole intercomunali, di cui 9 nel solo Salento, con dirigenti scolastici e direttori amministrativi “volanti”.
“Gli alunni non sono numeri da far quadrare a tutti i costi – ammonisce il segretario della UIL Scuola – il sistema scolastico non può essere parametrato ai dati Istat, piuttosto deve essere parametrato in base ai contesti territoriali di devianza minorile, alla condizione socio-economica e al tasso di dispersione scolastica. La prima impressione era che questo Governo, almeno a parole, volesse ripartire dalla scuola con cospicui investimenti su organici, strutture e infrastrutture, ma ancora una volta prendiamo atto, delusi, che l’esperienza del Covid non ha insegnato nulla. Anche la nostra amministrazione regionale, in questo modo, presterebbe il fianco a una invasione di campo da parte del Governo sulla programmazione dell’offerta formativa, tagliando oltre il 10% di autonomie scolastiche. Ci sono pochi, ma essenziali temi a cui pensare, ovvero la messa in sicurezza degli edifici scolastici, molti dei quali privi della certificazione di agibilità e la riduzione degli alunni per classe, invece risulta più comodo fare cassa tagliando le autonomie scolastiche e, di conseguenza, il numero dei lavoratori, molti dei quali peraltro ancora nel limbo del precariato”.