“Il misfatto è compiuto: sgomberati i bambini e le bambine, svuotate le classi, ora gli uffici municipali si apprestano a occupare l’edificio. Rimane solo qualche sezione di scuola dell’infanzia, ma anche quelle sono sotto sfratto”. Scrivono così, genitori, cittadini e associazioni in merito al trasferimento della sede del Municipio 2 nella scuola Carlo del Prete, nel quartiere Carrassi.
Si tratta di una questione ampiamente discussa che vede ancora oggi, in tanti, indignarsi e arrabbiarsi di fronte alla decisione del Comune di chiudere per sempre una scuola storica del quartiere, per la quale in tanti si sono mobilitati nel corso del tempo, trasferendo lì la nuova sede del Municipio. Non nascondono la rabbia i cittadini che, in una lettera, hanno voluto rimarcare la loro posizione con dure parole nei confronti dell’amministrazione. “Gongola il presidente del Municipio II, il quale, dopo aver inspiegabilmente snobbato l’edificio in costruzione proprio per ospitare gli uffici, ora scalpita per prendere possesso di un luogo che non gli appartiene, patrimonio di una comunità che lo aveva destinato a scuola per moltissimi anni. A lui piace di più la sede storica della scuola, vuole per sé un luogo di pregio” – scrivono in una lettera Tonia Guerra, del Comitato “Salviamo la Del Prete”, Terry Marinuzzi, de “La scuola che vogliamo” e Viviana Visconti, “Comitato genitori”.
“Un esempio di cattiva politica, di miopia culturale, di scarsa considerazione per i bisogni delle persone, dei più piccoli – proseguono – un disegno che è andato avanti in maniera ambigua e sotterranea, più volte denunciato dal Comitato “Salviamo la Del Prete”, da esponenti del mondo sociale e culturale della città, da numerosi cittadini e cittadine che a migliaia hanno firmato una petizione per scongiurare questo pericolo. Dovrebbero vergognarsi, tutti gli attori di questa triste storia: la dirigenza scolastica che ha allontanato le famiglie dirottandole altrove, il Comune di Bari che, dopo blande assicurazioni e bugie clamorose, non ha mosso un dito per salvare la scuola, gli uffici regionali, che hanno ignorate le denunce dettagliate comprovanti procedure antidemocratiche e autoritarie. La città perde un luogo di cultura e di storia, in favore di appetiti personali e di accordi trasversali. Lasciata all’abbandono per anni e tenuta in vita solo grazie alla cura e alla dedizione di maestre e genitori, soprattutto le mamme, la Carlo Del Prete oggi viene destinata ad altro, per di più utilizzando per la ristrutturazione i fondi del 2022 per la manutenzione degli edifici scolastici” – proseguono evidenziando che al danno è stata aggiunta “la beffa”.
“I bambini pagano i lavori di cui altri soggetti si avvantaggeranno – evidenziano ancora – a parte i dubbi legittimi sull’opacità di queste procedure, alle quali gli organi competenti di controllo e i mezzi di comunicazione e di inchiesta potrebbero rivolgere attenzione, questa è la cifra dell’operazione. Come Comitato “Salviamo la Del Prete” avevamo avanzato proposte perché si potesse avviare un percorso partecipato per il rilancio della scuola e la salvaguardia di quello spazio per le attività destinate all’infanzia e all’adolescenza, vista la povertà di luoghi della cultura e della socialità di cui soffrono i nostri quartieri. Siamo stati ingannati. Ce ne ricorderemo e continueremo a lottare al fianco di coloro che pensano che l’interesse generale e i diritti dei più piccoli abbiano la precedenza sugli appetiti e sulla vanità di indegni amministratori” – concludono.
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