Giovedì 8 giugno alle 19 al Teatro Fusco di Taranto avrà luogo l’evento di restituzione finale del progetto di prevenzione e contrasto del rischio di dipendenza da gioco (ingresso libero su prenotazione obbligatoria) portato avanti dalla Direzione della Asl di Taranto e dal Dipartimento dipendenze Patologiche, in seguito ad un accordo di cooperazione con il Teatro Pubblico Pugliese e in collaborazione con le compagnie teatrali Crest di Taranto e Teatro delle Forche di Massafra. Porteranno il loro saluto Gregorio Colacicco, Direttore generale dell’ASL di Taranto, Vincenza Ariano, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche Asl Taranto, Margherita Taddeo, dirigente psicologa-psicoterapeuta Referente scientifico Disturbo gioco d’azzardo Regione Puglia ASL TA, Paolo Ponzio, presidente del Teatro Pubblico Pugliese, Giulia Delli Santi, dirigente responsabile attività teatrali del Tpp. Il Disturbo da Gioco D’Azzardo (DGA) è una dipendenza patologica, nello specifico una dipendenza comportamentale, come diagnosticato nel DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders).
Tale disturbo è caratterizzato da un incontrollabile e irrefrenabile impulso a giocare, condizione che, compromette la vita del giocatore dal punto di vista familiare, sociale e lavorativo. Pertanto, come dichiarato dall’OMS, risultano fondamentali gli interventi di prevenzione universale e di promozione della salute rivolti a tutta la popolazione e finalizzati ad evitare il rischio di sviluppare sia un gioco problematico che la dipendenza patologica da gioco d’azzardo, vera e propria malattia. La serata di sensibilizzazione, rivolta a tutta la cittadinanza chiude la prima parte del progetto che ha coinvolto attivamente, attraverso incontri e laboratori teatrali, 1.160 studenti delle scuole superiori di Taranto, Castellaneta, Grottaglie, Martina Franca, Massafra, Mottola, Palagiano e gli studenti della scuola secondaria di primo grado Luigi Pirandello di Taranto. Ha portato anche alla realizzazione di PLAY! – il Cortometraggio per la prevenzione del gioco patologico realizzato dalla compagnia Terra Magica arte e cultura, con la regia di Massimo Cimaglia. Un momento, quello di giovedì 8, che apre una finestra sulla seconda parte del progetto che dal teatro e cinema abbraccerà altri linguaggi di comunicazione e vedrà nuovi partner di progetto da giugno 2023 in poi a cominciare dal Cinzella festival 2023 – Sezione Immagini, dedicata al cinema italiano a sfondo sociale e musicale.
Per l’occasione, alle 19.30 La Compagnia del Sole porterà in scena “Il Giuocatore” di Goldoni per la regia Marinella Anaclerio, con Stella Addario, Flavio Albanese, Antonella Carone, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti, Dino Parrotta, Domenico Piscopo. «Crediamo fermamente che il teatro debba sempre confrontarsi in modo poetico con il presente, mai come oggi portare in scena Il giuocatore ci consente di proporre al pubblico un’analisi tragica e comica della ludopatia come fenomeno sociale diffuso tra giovani e meno giovani. » M. Anaclerio. Il gioco d’azzardo come vertigine per lui Goldoni era soltanto legato al desiderio di accumulo di danaro ma un vero sistema di vita. I tavoli del gioco d’azzardo li conosceva molto bene, come conosceva molto bene tutti i retrobottega e casinò, ufficiali e non, dove si facevano e disfacevano fortune. Gli specialisti definiscono la ludopatia con l’acronimo GAP (Gioco d’Azzardo Patologico). Tre lettere che in inglese formano una parola dai significati vari ed emblematici: “divario”, ”vuoto”, ”lacuna”. Ed è davvero un vuoto profondo quello che spinge le persone ad ammalarsi di gioco d’azzardo, visto che antepongono la loro mania (che si tratti di gratta e vinci, slot machine, poker online) ai rapporti personali, agli affetti, a tutto ciò per cui vale la pena vivere. Nello specifico Goldoni affronta questo tema ne La bottega del caffè e ne Il giuocatore. “Abbiamo scelto quest’ultima, affascinati dall’impianto tragicomico e corale, forti di un ensemble di attori affiatati da anni di lavoro insieme, su testi sia comici che drammatici. – Spiega la regista – L’autore ci racconta la giornata tipo, dall’alba al tramonto, di un giovane borghese, Florindo, completamente asservito al gioco, senza altri orizzonti ed obiettivi concreti. Goldoni abilmente ne dipinge l’ambiente: fidanzate, amici, veri e finti, servitori approfittatori e protettori”. Con questa pièce riesce a mettere a nudo con destrezza i meccanismi mentali del giocatore patologico, svelando tutti i processi e le trappole in cui il ludopatico cade trascinando spesso con sé quanti lo circondano. Lo spettatore, con l’avanzare della storia, si ritrova su un crinale a confine tra tragedia e commedia. Si ride ma si comprende anche quanto il gioco d’azzardo sia una dipendenza drammatica, non meno pericolosa di un qualsiasi stupefacente.