Tassa di soggiorno per turisti a Bari, Federalberghi non ci sta e si oppone alla delibera per la sua istituzione e all’entrata in vigore che, in seguito all’approvazione in Giunta comunale, avverrà, evidenziano “con ogni probabilità a piena stagione in corso, dalla metà di luglio”. Dall’assenza di servizi, alla mancanza di un confronto reale con il “partenariato sociale”, ma non solo. Anche l’abusivismo ricettivo, l’assenza di una strategia e una pianificazione sul turismo in città: sono solo alcune delle motivazioni che hanno portato l’associazione di categoria a opporsi considerando l’imposta “iniqua e inopportuna”.
“Non posso che riconfermare la mia ferma opposizione verso un provvedimento iniquo e inopportuno – ha dichiarato Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e pugliese della Federalberghi – si tratta di una tassa che, peraltro maldestramente in vigore in piena stagione in corso, penalizzerà le strutture alberghiere ed extra alberghiere legali, provocando degli effetti distorsivi sull’economia turistica della città. Mi preme ricordare al Sindaco Decaro che la propaganda e la retorica unilaterale da “one man show” non è ascrivibile alla categoria del confronto democratico con tutti i player della filiera del turismo cittadino. Chiedo, pertanto, un confronto pubblico franco e aperto che possa sviscerare le problematiche che concorrono a fare di Bari una destinazione turistica matura. La pratica del mordi e fuggi (ci sono i turisti e li “spolpiamo”) non è una visione programmatica e, soprattutto, non è duratura” – ha evidenziato sottolineando la volontà di impugnare il regolamento, qualora esistano le condizioni per farlo.
“Valuteremo – prosegue ancora Caizzi – se esistono le condizioni per impugnarlo. Le nostre indicazioni sono state completamente ignorate, altro che “frutto di attività consultiva che ha riguardato le associazioni maggiormente rappresentative dei titolari di strutture ricettive ubicate nel territorio di Bari”, come scrive ambiguamente l’assessore al ramo nel comunicato. Si introduce un’imposta senza dare reali servizi ai turisti. Si discriminano i quartieri della città: perché, per esempio, un turista che scegli Palese (che conta ben sei alberghi) dovrebbe pagare lo stesso importo di chi alloggia in centro città? Non trova di certo gli stessi servizi del centro. Niente strade pulite, né postazioni di taxi, né car e bike sharing, né infopoint. Altro punto dolente: i futuri introiti come verranno spesi? La legge impone chiaramente che tali fondi siano utilizzati per interventi in materia turistica, mentre il regolamento licenziato dalla Giunta non prevede nessuna forma di controllo e/o condivisione per le scelte future. La nostra proposta di una commissione paritetica con dentro il partenariato sociale e gli amministratori comunali non è stata considerata. Si prevede un non meglio identificato “Comitato di indirizzo”, l’ennesima passerella comunicativa unilaterale in cui si illustrano a favore di telecamere le decisioni già prese” – sottolinea.
“Il turismo a Bari – dichiara infine Caizzi– è da sempre stato “snobbato” da chi ha governato la città. Oggi si festeggiano i buoni numeri degli ultimi anni e, intanto, della Bari Città Turistica si vede ben poco. Non dimentichiamo che il tasso di abusivismo ricettivo continua a essere dell’80%, e che, in difformità al sistema extra alberghiero, agli alberghi viene negato lo sconto Tari sulla percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, mentre chiudono gli hotel storici e con essi vengono dimenticati i lavoratori, per i quali tanti spendono parole di sostegno ma che nessuno trova soluzione” – ha concluso.