Il conto di un ristorante quest’anno a Bari è aumentato del 6,3% rispetto al 2022. Ma i ristoranti del capoluogo pugliese non sono i più cari: a Viterbo l’incremento è del 16%, seguita da Siena (11,5%) e Brindisi (11,1%).
I rincari di alimentari e bevande si fanno sentire anche sui listini al pubblico praticati da bar e ristoranti, ma a ritoccare i prezzi al rialzo sono anche pizzerie, gelaterie, pasticcerie, e il settore del ‘food delivery’. E’ quanto sostiene il Codacons, che ha messo a confronto i listini odierni del comparto ristorazione con quelli in vigore un anno fa, realizzando la mappa del caro-ristoranti in Italia.
Tra emergenza bollette che ha aggravato i costi per gli esercizi pubblici e l’inflazione che, per il comparto alimentare, supera quota 12%, oggi per gli italiani mangiare fuori è sempre più costoso – denuncia il Codacons – I prezzi al pubblico nel settore della ristorazione registrano aumenti medi del +6,8% su base annua: i menu dei ristoranti costano il 6,1% in più, una cena in pizzeria rincara del 7,6%, per una consumazione al bar si spende in media il 4,8% in più, mentre gelaterie e pasticcerie hanno ritoccato al rialzo i listini del 5,9%, +6,6% i fast food.
L’incremento più alto, tuttavia, spetta al sempre più diffuso “food delivery”, con i prezzi delle consegne di cibi e bevande a domicilio che salgono del +13% rispetto al 2022. Tradotto in soldoni gli italiani, a parità di consumi, spendono oggi quasi 2 miliardi di euro in più per il comparto della ristorazione, a causa dei rincari registrati nel settore. In alcune città italiane, poi, i prezzi della ristorazione aumentano a velocità più che doppia rispetto la media nazionale: è il caso di Viterbo, dove cenare al ristorante costa oggi il 16% in più rispetto allo scorso anno. Aumenti pesanti anche a Cosenza (+11%).
La città dove invece i prezzi dei ristoranti aumentano meno è Vercelli, che registra un rincaro dei listini appena del +2,4% su anno, seguita da Trapani (+3,1%) e Ancona (+3,5%). “Regalarsi una pizza fuori o cenare al ristorante è sempre più costoso – commenta il presidente Carlo Rienzi – Questo a causa delle tensioni nei prezzi al dettaglio che vengono poi scaricate dai pubblici esercizi sulle tariffe praticate al pubblico. Se si considera – conclude Rienzi – che una famiglia ‘tipo’ destina in media ogni anno circa 1.080 euro al settore della ristorazione, il conto dei rincari di bar, ristoranti, gelaterie, ecc., sfiora in totale i 2 miliardi di euro rispetto allo scorso anno. Incrementi dei listini che rischiano di determinare una riduzione dei consumi, con le famiglie che, per far fronte al caro-prezzi, potrebbero tagliare la spesa per le consumazioni fuori casa”.