I migranti arrivati oggi a Bari “erano partiti dalla Libia con un peschereccio e sono rimasti in mare per quattro giorni. Ci hanno raccontato di un viaggio pericolosissimo e drammatico, in cui hanno finito cibo e acqua e a lungo sono rimasti senza soccorsi”. Lo ha detto Fulvia Conte, responsabile soccorsi della nave Geo Barents di Medici senza
frontiere (Msf), oggi nel porto di Bari dove è in corso lo sbarco di 605 migranti soccorsi al largo della Sicilia.
Le prime 46 persone che hanno bisogno di cure sono già a terra e le operazioni proseguiranno con minori, famiglie e adulti che viaggiano da soli. “Ci hanno parlato delle sofferenze atroci subite in Libia – ha proseguito Conte – alcuni sono stati torturati davanti ai propri figli”. A bordo dell’imbarcazione anche 151 minori, 111 dei quali non accompagnati. In venti hanno meno di 13 anni, molti solo pochi mesi. “I bambini sono sollevati – ha sottolineato Conte – perché finalmente sono in un posto sicuro insieme alle proprie famiglie. Avranno però bisogno di cure sia mediche che psicologiche, perché sono stati testimoni e vittime di situazioni drammatiche. La maggior parte dei più piccoli, però, almeno fisicamente sta bene”.
“Qualcuno ha parenti in Europa, altri sono partiti senza destinazioni precise – ha detto ancora Conte – per fuggire da posti che sono comunque peggiori del mare. Quello del Mediterraneo è il tratto più letale al mondo, ma per chi parte è comunque più sicuro del posto che lascia”. I migranti provengono da Siria, Bangladesh, Palestina, Egitto e Pakistan. Le operazioni di soccorso “sono state complicate, soprattutto per l’altissimo numero di persone da salvare. Noi operiamo con due gommoni che possono portare otto persone, e da salvare ce n’erano più di 600. Fortunatamente il mare non era troppo agitato e a coordinare le operazioni c’era la guardia costiera. In totale il soccorso è durato circa tre ore”, ha concluso Conte. (foto croce rossa)