I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica, avente per oggetto beni e crediti di imposta per un valore di circa 20 milioni di euro, costituenti il prodotto/profitto dei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione e autoriciclaggio. L’attenzione investigativa si è focalizzata su possibili frodi correlate all’indebito utilizzo del c.d. “bonus facciate” da parte di un soggetto residente a Castellana Grotte (BA). Tale agevolazione consente la detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 nella misura del 90%, ovvero la possibilità di utilizzare un credito d’imposta pari al 90% cedibile a terzi e, quindi, monetizzabile ai sensi dell’art. 121 del c.d. “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/2020).
I riscontri investigativi delegati da questo Ufficio giudiziario al Nucleo PEF Bari avrebbero fatto emergere (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) l’esistenza di un circuito fraudolento, che graviterebbe intorno alla figura di un imprenditore, rappresentante legale di due società venete, operanti nel settore edile, una delle quali è risultata ancora detenere nel proprio cassetto fiscale crediti di imposta inesistenti per oltre 11 milioni di euro. Le imprese venete avrebbero, inoltre, ceduto crediti d’imposta fittizi, per un valore di circa 1,8 milioni di euro, a una società romana operante nel settore dell’energia elettrica, “monetizzando” il relativo controvalore.
In particolare, i circostanziati approfondimenti d’indagine (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) avrebbero consentito di rilevare la “fittizietà” delle prestazioni generatrici delle agevolazioni fiscali, sulla base di alcuni indici di anomalia, tra i quali risulterebbero: l’inesistenza degli immobili oggetto di interventi edilizi; la scarsa capacità reddituale dei beneficiari dei crediti d’imposta (“primi cedenti”); la mancanza di un’idonea struttura organizzativa e finanziaria delle società realizzatrici dei lavori (“prime cessionarie”).
Allo scopo di interrompere la circolazione dei crediti e individuare tutti i responsabili dell’ipotizzato meccanismo illecito finalizzato a frodare sia l’Erario, sia i terzi in buona fede, questa Procura della Repubblica ha, quindi, emesso il decreto di sequestro preventivo d’urgenza, in corso di esecuzione, anche ai sensi della normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti di cui al D.Lgs. n. 231/2001.