“Nella stagione estiva, le famiglie con bimbi e ragazzi autistici, hanno maggiori difficoltà a trovare spazi per i propri figli. Le famiglie ormai, hanno imparato a cavarsela da sole, ma non è giusto”. A raccontarlo a Borderline24 è Vito Spadavecchia, presidente dell’associazione di promozione sociale Il Mito di Efesto APS che ha voluto sottolineare, in particolare, la carenza di un supporto proveniente soprattutto da parte delle istituzioni. Ma andiamo per gradi.
Accogliere nei campi estivi bambini autistici o con disabilità non è sempre possibile per le associazioni. Da una parte la carenza di figure specializzate, dall’altra l’alto costo di queste ultime che, spesso, le associazioni, soprattutto quelle più piccole, tra spese di gestione e affitto dei luoghi in cui si svolgerà il campo estivo, non riescono ad affrontare. In molti casi, le associazioni sono “costrette” a chiedere ai genitori, per alcuni casi specifici e qualora ne siano provvisti, di affiancare ai propri figli una figura specializzata a proprie spese. Lo conferma anche Spadavecchia che ha voluto evidenziare che “normalmente, i genitori sono costretti ad inserire un educatore pagandolo di tasca propria”. Se l’anno scorso, a tal proposito, il Comune aveva aperto un bando alle associazioni e alle parrocchie assicurando loro fino a 150 euro per bimbi autistici, quest’anno, evidenzia ancora Spadavecchia “ancora non ci è giunta notizia di un supporto simile”.
“Si tratta di una sovvenzione utile sia per le associazioni – ha spiegato ancora – sia per le famiglie che non sono così costretta a pagare di tasca propria la figura specializzata. Certo, 150 euro in questo caso non sono moltissime, ma è un punto di partenza per non escludere a priori, così come accade tanti casi, i bambini autistici” – ha evidenziato denunciando però che non si tratta dell’unica problematica. “Molte volte – ha spiegato – i campi estivi sono riservati a bambini dai 5 ai 15 anni, tutti i ragazzi e le ragazze più grandi restano fuori a prescindere. E’ una grande problematica per i genitori e per i ragazzi che invece, proprio in estate, vista l’assenza di situazioni di socialità come la scuola o le attività loro dedicate come le terapie, rischiano di peggiorare le proprie condizioni. C’è bisogno invece che d’estate le attività non si fermino, ma in realtà, qui, c’è poco e niente”– ha aggiunto.
Una problematica che tocca anche la sensibilità di alcuni organizzatori di campi estivi. “Nel nostro campo estivo – ha raccontato la responsabile di un’associazione barese che gestisce un campo estivo aperto a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni– lavoriamo soprattutto sull’inclusione e siamo più che felici di accogliere bambini e ragazzi. Purtroppo però non è sempre possibile. Quest’anno, più che mai, stiamo avendo molte difficoltà nel trovare giovani operatori preparati, meno educatori ci sono, meno bambini e ragazzi possiamo accogliere. Questo fattore aggrava anche la possibilità di accogliere bimbi e ragazzi autistici. Ne abbiamo potuti accogliere circa 20, su circa 180 iscritti. Per i casi più gravi, anche se con grande dispiacere, siamo stati costretti a chiedere il supporto di una figura specializzata a spese del genitore. Purtroppo i costi di gestione sono troppo alti tra materiali, affitto della struttura e stipendi degli educatori. Un supporto da parte del Comune sarebbe più che ben accetto, magari, non in termini economici. Non sarebbe male un bando aperto alle figure specializzate, magari quelle che ancora non lavorano in ambito scolastico o appena laureate, interessate ad essere inserite in contesti come quelli dei campi estivi o socio-educativi. Questo permetterebbe loro di fare esperienza, magari con uno stipendio sovvenzionato in parte dalle associazioni, in parte dal Comune, dall’altra permetterebbe di non escludere più nessuno e non lascerebbe sole famiglie e bambini” – ha concluso.
Parole a cui fanno eco quelle di Spadavecchia. “Speriamo – ha detto infine – che anche quest’anno il Comune possa fare qualcosa per andare incontro alle famiglie. Spesso e volentieri le famiglie si vedono chiudere porte in faccia, in molti sono stanchi di denunciare. Hanno imparato a trovare da soli la soluzione al problema. Purtroppo non accade solo d’estate, esiste in tanti ambiti nella vita delle famiglie con bimbi autistici. Accadono molte cose e spesso non c’è molta tutela e interesse ad includere realmente. In tal proposito, quest’anno, abbiamo deciso di organizzare un campo estivo per provare a essere di supporto alle famiglie che stanno vivendo queste difficoltà. Speriamo vada in porto, incrociamo le dita” – ha concluso.