E’ allarme per la scarsità di medici di medicina generale (Mmg). Al primo gennaio 2022, “ritenendo accettabile un rapporto di 1 ogni 1.250 assistiti”, se ne stima una carenza di 2.876 unità ed entro il 2025 se ne perderanno oltre 3.400. Il 42,1% dei medici di famiglia, inoltre, supera il tetto massimo dei 1.500 pazienti, riducendo la qualità dell’assistenza.
Questo quanto emerge da un’analisi della Fondazione Gimbe sulle criticità nelle norme che regolano l’inserimento dei Mmg nel Servizio sanitario nazionale (Ssn), accompagnata da una stima dell’entità della carenza attuale e futura dei Mmg nelle Regioni italiane. “L’allarme sulla carenza dei medici di famiglia – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – oggi riguarda tutte le Regioni per ragioni diverse: mancata programmazione, pensionamenti anticipati, medici con numeri esorbitanti di assistiti e ‘desertificazione’ nelle aree disagiate che finiscono per comportare l’impossibilità di trovare un Mmg nelle vicinanze del domicilio, con conseguenti disagi e rischi per la salute”.
Le situazioni più critiche per la carenza dei Mmg si trovano nelle grandi Regioni del Nord: Lombardia (-1.003), Veneto (-482), Emilia Romagna (-320), Piemonte (-229), oltre che in Campania (-349). La scarsità di medici di famiglia si riflette anche nell’eccessivo numero di pazienti per medico: sui 40.250 Mgg, il 42,1%, secondo dati Agenas, ha più di 1.500 assistiti, massimale previsto dall’Accordo collettivo nazionale (Acn) che in casi particolari è stato aumentato fino a 1.800 e fino a 2.000 in base a deroghe (ad esempio nella Provincia Autonoma di Bolzano). Il limite dei 1.500 medici viene superato da più di un Mmg su due in Campania (52,7%), Valle d’Aosta (58,2%), Veneto (59,8%) e da quasi due su tre nella Provincia Autonoma di Bolzano (63,7%), in Lombardia (65,4%) e nella Provincia Autonoma di Trento (65,5%).
Se poi il numero delle borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, dopo un periodo di sostanziale stabilità intorno a 1.000 unità (2014-2017), è successivamente aumentato, in particolare nel 2021 (3.406 unità) e nel 2022 (3.675) grazie alle risorse dedicate del Pnrr, i nuovi Mmg, spiega Cartabellotta, “non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale. In particolare, l’Enpam stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale occuperebbe solo il 50% dei posti di Mmg lasciati scoperti dai pensionamenti”