“Ormai non fa più notizia l’aggressione dei poliziotti penitenziari indifesi e abbandonati dallo Stato che cercano come possono di far rispettare le leggi all’interno delle carceri. E’ un bollettino di guerra giornaliero, da Taranto a Foggia, da Bari a Lecce, a Trani, in cui i poliziotti penitenziari vengono aggrediti e feriti da detenuti di tutti i tipi (psichiatrici, appartenenti malavita organizzata), riducendo ancora di più gli organici, già esigui delle carceri”. A denunciarlo è la segreteria nazionale Puglia del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Puglia), ricordando alcuni eventi avvenuti di recente.
L’ultimo, sottolineano, è avvenuto meno di una quindicina di giorni fa a Bari. “Abbiamo denunciato un altro episodio di violenza che ha visto due poliziotti feriti con diversi giorni di prognosi. Nella giornata di domenica invece, un’altra aggressione da parte di un detenuto barese di circa 40 anni appartenente ad un pericoloso clan, in carcere per associazione mafiosa. Il fatto è accaduto alla 4° sezione del carcere di Bari ove sono ristretti i detenuti ad alta sicurezza (i più pericolosi), allorquando il poliziotto in servizio invitava il detenuto in questione a rientrare nella propria stanza, così come prevedono le disposizioni interne del carcere. A questo punto in maniera inaspettata, l’agente veniva colpito con alcuni pugni al collo e alla spalla riportando lesioni guaribili in 10 giorni” – evidenziano.
“Il SAPPE – proseguono – da tempo sta denunciando i gravissimi eventi critici che avvengono nel carcere di Bari ove la violenza e la prepotenza la fanno da padrone da parte di detenuti senza scrupoli che, sfruttano la grave carenza di poliziotti per imporre le loro leggi. Tale violenza danneggia anche la maggior parte dei detenuti che sono costretti a sopportare le prepotenze dei violenti senza alcuna difesa. Abbiamo anche chiesto aiuto a prefetti e magistrati presentando documenti ed esposti, inutilmente. Purtroppo ciò è il risultato di un amministrazione assente che ha delegato il controllo delle carceri ai detenuti lasciando i poliziotti da soli nelle sezioni detentive senza alcun aiuto. Come mai nessuno si preoccupa davanti al fatto che nelle ore serali e notturne non più di 10/11 poliziotti presidiano un carcere con circa 450 detenuti, di cui moltissimi appartenenti a pericolosi clan criminali? Cosa deve accadere in un carcere per far preoccupare i responsabili della sicurezza pubblica?” – proseguono.
L’obiettivo, adesso, è quello di ottenere maggiore sicurezza. “Poiché siamo stanchi di fare da “punching ball” o “agnelli sacrificali” per i detenuti violenti – dichiarano – chiediamo ai parlamentari pugliesi, per evitare che il sangue dei poliziotti continui a scorrere copioso, di invitare il ministro della giustizia Nordio a consentire l’utilizzo dei “taser” nelle carceri come difesa personale dei poliziotti che sono, come dicevamo prima, soli e senza difesa. Siamo sicuri che già la dotazione di questo strumento di difesa, servirebbe di molto da deterrente per i più esagitati pronti in ogni frangente a scatenare la loro violenza contro tutti e tutto. Il SAPPE chiede che lo Stato riprenda il controllo delle carceri ed isoli tutte quei detenuti trasferendoli nelle carceri della Sardegna, quasi vuoti, cosa che non avviene, anzi il più delle volte vengono lasciati nelle carceri dove hanno commesso la violenza a vantarsi delle loro malefatte. Se continuerà a non farlo la partita è persa in partenza , poiché non si può ristabilire la legalità all’interno delle carceri con pochi uomini senza nessuna difesa, se non il loro coraggio e la professionalità” – concludono.
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