Introducevano nel penitenziario hashish e marijuana su commissione dei reclusi appartenenti ai clan Strisciuglio di Bari. Per questa ragione, dieci anni dopo la chiusura delle indagini preliminari, il Tribunale di Bari ha condannato due agenti della polizia penitenziaria, in servizio nel carcere del capoluogo pugliese, a sette anni di reclusione ciascuno.
I due, un 58enne e un 59enne, sono stati riconosciuti colpevoli di aver introdotto in carcere e detenuto droga “ai fini di spaccio” abusando, in particolare, dei poteri inerenti alla propria funzione chiedendo in cambio compensi in denaro o favori di altra natura. I due, oltre alla condanna di reclusione, dovranno inoltre anche pagare una multa di 90mila euro a testa. Secondo quanto emerso, al loro fianco, operava anche il detenuto Vincenzo Zonno, figlio del boss Cosimo.
Quest’ultimo, 37enne, avrebbe avuto la possibilità di spacciare in carcere liberamente ed è stato condannato per a quattro anni e sei mesi oltre che a pagare una multa di 75mila euro. La sentenza è stata emessa nelle scorse ore da giudici della seconda sezione penale presieduta da Marco Guida. I fatti risalgono in particolare agli anni che vanno dal 2008 al 2012. I due agenti, hanno ottenuto un’assoluzione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa in quanto “il fatto non sussiste”. Con la stessa motivazione è stato assolto anche un altro agente imputato accusato, nello specifico, di favoreggiamento personale nei confronti di uno degli agenti condannati.
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