Ha preso il via oggi nel capoluogo pugliese l’udienza preliminare del processo in cui sono imputati l’ex consigliera comunale, Francesca Ferri, assieme al compagno Filippo Dentamaro, l’imprenditore Nicola Canonico, attuale presidente del Foggia Calcio ed ex consigliere comunale e regionale e altre 41 persone. L’accusa è quella di presunto scambio elettorale politico-mafioso avvenuto nel 2019 con l’intento di consentire l’elezione al Consiglio comunale di Bari di Francesca Ferri oltre che per sostenerla, l’anno successivo, anche nella corsa al Consiglio regionale.
L’udienza ha preso il via con la costituzione di parte civile del Comune di Bari e di una vittima di usura. Sedici in totale gli imputati, appartenenti per lo più al clan di Valenzano (Bari), guidato da Salvatore Buscemi, che hanno chiesto di essere giudicati con rito abbrevviato, stessa richiesta avanzata anche dal presunto boss. Ferri e Dentamaro avranno tempo invece fino alla prossima udienza, fissata per il 9 giugno, per scegliere il rito alternativo. Secondo l’accusa, sostenuta in particolare dai pm Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero, Ferri e Dentamaro avrebbero ottenuto l’aiuto elettorale del clan di Buscemi con la promessa di denaro in cambio dei voi.
L’elezione di Ferri per via dei voti della “malavita”, sarebbe servita al clan per l’erogazione di varie utilità, tra queste l’acquisizione di terreni da rendere edificabili in occasione della predisposizione del Piano regolatore generale del Comune di Valenzano, come viene evidenziato nel capo di imputazione. Canonico è stato considerato parte dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale al fianco di Ferri e Dentamaro. Più nello specifico, Canonico, avrebbe avuto il ruolo di risolutore delle controversie tra i due e i vari portatori di voto.
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