Oggi, nella Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, il sindaco di Bari Antonio Decaro è intervenuto alla cerimonia in ricordo del 45° anniversario dell’omicidio di Aldo Moro, ucciso nel 1978 dalle Brigate rosse dopo una lunga prigionia. La commemorazione, promossa e organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Federazione dei centro studi “Aldo Moro”, si è svolta in due distinti momenti, con la deposizione di una corona d’alloro dinanzi al monumento commemorativo dello statista pugliese in piazza Aldo Moro e di un’altra ai piedi della lapide dedicata ad Aldo Moro e agli agenti della sua scorta, sulla facciata di Palazzo di Città, in corso Vittorio Emanuele.
“Oggi, nella Giornata della memoria delle vittime del terrorismo, ricordiamo Aldo Moro e, con lui, gli uomini e donne della sua scorta: nel ricordarli desidero ringraziare le Forze dell’ordine, che quotidianamente lavorano per proteggere la nostra comunità e che in questi giorni sono impegnate in città per garantire la sicurezza dei cittadini durante i festeggiamenti del nostro Santo Patrono – ha dichiarato il sindaco Decaro -. A questo proposito, lasciatemi rivolgere un ringraziamento particolare alla prefetta Antonella Bellomo, cui spetta il coordinamento delle attività di tutte le Forze dell’ordine. Il 9 maggio 1978, con l’omicidio di Aldo Moro, non scompariva solo una figura di spicco della politica nazionale, il presidente della Democrazia Cristiana, un parlamentare ma anche uno statista, un intellettuale, un accademico, un figlio di questa terra. Con la sua morte veniva sconfitta l’idea di una politica ispirata al dialogo, alla conciliazione, alla temperanza, valori che Aldo Moro incarnava. Sembrava morire anche l’idea di unità di un Paese già lacerato dal fascismo e dagli orrori della seconda guerra mondiale. Con Aldo Moro quel giorno morì anche un pezzo di Stato. Non è stato semplice fare i conti con quella vicenda, forse non lo è tuttora. Ciò che è certo, però, è che da quel momento il seme del terrorismo e del brigatismo rosso ha smesso di germogliare nel nostro Paese; da quel giorno non fu solo lo Stato a ingaggiare una battaglia contro ogni forma di violenza politica ma soprattutto i cittadini italiani, tanto che quella data ha segnato uno spartiacque.
Commemorare Moro in questa giornata deve significare soprattutto ricordare l’importanza dei valori di cui è stato testimone: la moderazione, la temperanza, il dialogo. In particolare, in questo momento storico, in cui si sta discutendo di riforme, mi auguro che chi ha l’onore di guidare questo Paese non voglia fare delle modifiche costituzionali a colpi di maggioranza e spero che chi, invece, rappresenta le minoranze e l’opposizione non decida, magari per un tornaconto di carattere elettorale, di astenersi dalla partecipazione democratica sulla scelta delle regole di funzionamento del nostro Paese. Il 9 maggio ricordiamo anche un’altra vittima illustre del nostro Paese, Peppino Impastato. Non era un politico ma una voce libera che cercava di svegliare le coscienze nella sua terra, la Sicilia, dove la mafia, che allora era fortissima, diede l’ordine di ucciderlo. Oggi, perciò, vogliamo rendere omaggio a due uomini, Aldo Moro e Peppino Impastato, che hanno avuto ruoli e storie certamente diversi, ma che sono morti entrambi per difendere un’idea di libertà, di democrazia e di crescita per il nostro Paese”. Nel corso della mattinata, inoltre, è stata deposta una corona di fiori sotto il toponimo di via Caduti di via Fani.