Un ponte tra università e imprese per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, più nello specifico in quello imprenditoriale. È stato presentato oggi il bando di concorso per l’accesso alle borse di dottorato cofinanziate dal Mur a valere su risorse del Pnrr (D.M. 117/20239) in un incontro organizzato da Confindustria Nazionale, Università di Bari, Confindustria Puglia, Mur e Crui. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati la misura, le modalità di adesione, le principali procedure operative, le tempistiche, e le opportunità.
Tra gli obiettivi dell’investimento quello di rendere il dottorato di ricerca ancora più coerente con le reali esigenze del mondo imprenditoriale, favorendo così le condizioni perché il sistema economico assorba professionisti sempre più qualificati. Si tratta, in particolare, di progetti di ricerca triennali basati su partenariati pubblico-privati, finalizzati a supportare il bisogno di innovazione delle imprese in coerenza con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le imprese interessate, accedendo alla piattaforma dedicata, potranno individuare tramite parole chiave il percorso dottorale offerto dall’Ateneo di Bari utile al proprio fabbisogno, oppure proporre un ulteriore progetto di percorso formativo che risponda alle proprie esigenze di ricerca e innovazione. A tal fine, per ciascun dottorato sarà consentito di contattare l’ateneo interessato, partecipare al finanziamento di una borsa, visualizzare i dettagli delle imprese convenzionate ed eventuali nuove imprese partecipanti.
Per decreto ministeriale il costo unitario per una borsa di ricerca è pari a 60mila euro per l’intero triennio previsto, di cui 30 mila a carico dell’impresa. Le proposte progettuali, avranno durata triennale (l’avvio coinciderà con l’inizio dei percorsi dottorali previsto per il 30 dicembre 2023) e riguarderanno aree disciplinari e tematiche orientate a soddisfare le esigenze di innovazione delle imprese; contribuire agli obiettivi climatici e digitali del Pnrr, nonché alla parità di genere e valorizzazione dei giovani; prevedere periodi di studio e ricerca sia in impresa, da un minimo di 6 a un massimo di 18 mesi (anche non continuativi), sia all’estero, per 6 mesi (anche non continuativi).
Sergio Fontana Presidente di Confindustria Puglia all’apertura dei lavori: “I dottorati innovativi sono un’importante occasione per le nostre imprese di avvalersi di giovani con competenze specialistiche di elevato livello, in grado di portare innovazione e competitività. Una misura fortemente voluta da Confindustria per avvicinare finalmente università e mondo della ricerca alle aziende, contaminando così le due sfere, il sapere e il lavoro.”
“L’Università di Bari è qui oggi per chiedere al mondo imprenditoriale qui rappresentato – sottolinea Stefano Bronzini Rettore Università di Bari – di essere accanto a noi per poter creare maggiori opportunità per quelli che vogliono tornare. Il dottorato innovativo rappresenta un ulteriore strumento di sviluppo e di crescita per il nostro territorio ma abbiamo bisogno di un catalogo di progettualità che ci permetta di costruire con voi nuovi percorsi. Vorrei anche aggiungere che l’Università di Bari già dal 2019 ha deciso di scommettere sui dottorati, fondamentale strumento di trasferimento della conoscenza, portando da 87 a 113 il numero di borse di dottorato interne” – conclude. Parole a cui fanno eco quelle di Giovanni Brugnoli, vice presidente di Confindusria per il Capitale Umano.
“L’Italia e la sua industria – dichiara – hanno bisogno delle alte competenze dei dottori di ricerca e le imprese sono pronte a collaborare con le università per costruire una progettualità di lungo periodo, progettualità che innalzi il livello complessivo del nostro capitale umano. Già con la sperimentazione dei dottorati industriali nell’ambito dell’accordo tra Confindustria e CNR abbiamo avuto la dimostrazione che è molto forte sia la volontà che la capacità di lavorare assieme, anche ad esempio coinvolgendo le PMI che in molti casi per la prima volta si sono interfacciati con il mondo accademico. Mi fa particolarmente piacere che il modello Confindustria-CNR sia stato tra quelli che ha ispirato le modalità di investimento del PNRR sui dottorati innovativi e sono convinto che, partendo anche dalle best practice di territori virtuosi come Bari, questo strumento si possa diffondere in tutte le aree del Paese” – conclude.
“Nel primo anno sono stati realizzati 1708 dottorati congiunti – sostiene infine Francesco De Santis Vice Presidente Confindustria per la Ricerca e lo Sviluppo – un risultato importante, ma la vera sfida continua: l’obiettivo fissato dal PNRR è molto ambizioso e prevede, infatti, l’attivazione entro il 2024 di altre 13.292 borse di dottorati innovativi, il 40% al Sud. Si tratta di una grande opportunità per il Paese. Per questo, come sistema Confindustria, stiamo lavorando intensamente con MUR, CRUI e ANVUR per mobilitare le imprese che possono esprimere i propri bisogni con progetti concreti su cui lavorare con l’università e inserire i dottorati, guardando al ricercatore non più come soggetto diviso tra pubblico e privato ma come parte centrale di un modello congiunto e interattivo” – conclude.