Non ha superato i 60, ma li ha. Lo accompagna un sorriso quando ti porge la busta. Ma un sorriso te lo ha già strappato quando dal solito numero che ha il prefisso 02/ ti ha chiesto di aprire il cancello. “Ciao ho una consegna”. L’accento tutto italiano fa ben sperare che non ci saranno fraintendimenti. Che il sushi arriverà e non farà prima il giro del condominio. Matteo (lo chiameremo così), è una garanzia. Ma perché un quasi 60enne è un rider? “H sempre avuto lavori saltuari, poi la prima busta paga. Ho lavorato in un negozio di abbigliamento in centro sino a che il Covid, ha costretto il titola alla chiusura”. Giù un’altra saracinesca, l’ennesima, in quel periodo buio tra paura per la vita e incertezza del futuro. Soprattutto economico. “Ho due figli grandi che lavorano – spiega ancora Matteo che orgoglioso prosegue: “Hanno un bel posto sa? E che potevo fare? Ho cominciato a lavorare come rider. Non voglio pesare su di loro… hanno famiglia…”. E così Matteo è salito in sella alla sua bici e ha cominciato a fare consegne su e giù per la città.
Ordinare la cena a domicilio è una scelta sempre più popolare negli ultimi tempi: pranzo e la cena a domicilio, non sono più un lusso di pochi. La paga di un rider varia in funzione del tipo di consegna che si intende fare e della società per conto della quale si effettua. Essendo un lavoro spesso pagato a cottimo, lo stipendio mensile varierà ovviamente in base alle ore lavorate e alle consegne effettuate. In Italia, lo stipendio medio base di un rider è di 617 euro mensili. Effettuando un calcolo su base oraria, cosa che vista la natura di questo lavoro risulta più pertinente, lo stipendio di un rider in media si attesta sui 6,55 euro all’ora. “Tutto vero”, conferma Matteo. “Vietato però ammalarsi. Meno lavori e meno guadagni e io non posso proprio permettermelo”. Poi impugna il cellulare, è arrivata un nuovo ordine: “Mi spiace, devo scappare”.