Archiviate le polemiche legate al match contro il Pisa, il Bari torna a pensare al calcio giocato e al prossimo avversario: il Cittadella. La squadra veneta, contrariamente a quanto accaduto nelle scorse annate, sta disputando un campionato al di sotto delle attese ed è in piena lotta per non retrocedere.
Per analizzare i temi di questo match, ci siamo rivolti ad un calciatore che ha vestito sia la maglia biancorossa che quella granata. Stiamo parlando di Alessandro Sgrigna, talentuoso centrocampista offensivo con un passato nelle giovanili dell’Inter.
Sgrigna si è concesso a unintervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare la sua carriera e il suo passato a Bari e Cittadella.
Partiamo proprio da quel “sogno” neroazzurro: dopo gli esordi nella Lodigiani, il passaggio all’Inter per 600 milioni di lire…
“E’ stato un periodo fantastico perchè a 15 anni ero già nell’orbita della prima squadra della Lodigiani. Poi arrivò l’Inter che acquistò metà del mio cartellino e iniziò un’altra avventura favolosa: andai subito in ritiro con la prima squadra ed ebbi la fortuna di potermi allenare con gente come Ronaldo il fenomeno, Youri Djorkaeff , Diego Simeone, Nwankwo Kanu e Gianluca Pagliuca. Le cose stavano andando bene, ma purtroppo un’ernia inguinale mi mise KO e rimasi fermo 5 mesi. In seguito scelsi di tornare alla Lodigiani in serie C, ma lasciare l’ambiente neroazzurro fu un errore.”
Dal passato al presente: ha smesso di giocare nel 2017 e ha intrapreso la carriera di allenatore. Quale squadra sta allenando?
“In questo momento sto allenando il Caldogno che milita nel campionato di promozione veneta. Ho deciso di iniziare il mio percorso d’allenatore dai dilettanti per capire se fosse un lavoro adatto a me. Devo dire che l’esito è stato positivo, anzi, mi piace più fare il tecnico che il calciatore. Volevo misurarmi con gente che ha problematiche di lavoro perchè, se riesco a gestire bene un gruppo di calciatori dilettanti, vuol dire che avrò meno problemi nell’allenare una squadra di professionisti.”
Che tipo di allenatore è Alessandro Sgrigna e quali obiettivi si è posto per la sua carriera?
“Vorrei arrivare il più in alto possibile, ma sono consapevole che non sia semplice. Non voglio regali da nessuno e voglio conquistarmi tutto sul campo tramite i risultati.”
Torniamo alla sua carriera da calciatore. Poteva ricoprire diversi ruoli: esterno d’attacco, trequartista, seconda punta ma anche punta centrale. In quale posizione si trovava più a suo agio?
“Mi piaceva svariare su tutto il fronte offensivo, magari partendo da sinistra. Ero un calciatore molto duttile.”
Ha militato in tanti club, cito i più importanti: Verona, Torino, Vicenza e Bari. Quale la sua stagione migliore?
“Sicuramente le stagioni migliori le ho fatte a Vicenza e Torino. In granata sono stato allenato prima da Lerda poi da Ventura: con lui giocavo seconda punta. Con me c’erano anche Gillet, Gazzi e Parisi, tutti ex Bari.”
Ma è stato anche un simbolo del Cittadella. In veneto ha raccolto 119 presenze e 34 gol. Che realtà è quella granata?
“Quella del Cittadella è una società/famiglia che ha come obiettivo quello di far maturare giovani senza troppe pressioni. Ambiente ideale per far crescere giovani promesse. Ci sono anche tante persone capaci intorno alla stessa società.”
Nel gennaio del 2007 il passaggio al Bari. In Puglia ritrovò il tecnico Maran che l’aveva allenato ai tempi del Cittadella. Che legame aveva con l’ex mister del Cagliari?
“Maran è stato il mio mentore e mi ha risollevato nel momento più difficile della mia carriera quando ero vicino a lasciare il mondo del calcio. Per fortuna arrivò una sua chiamata e mi trasferii al Cittadella nel gennaio 2003. Lo stimo tantissimo e sono molto legato a lui.”
A Bari fu protagonista di un buon campionato: 20 presenze e 4 gol. Che ricordi conserva?
“Ricordo il gol al Crotone quando agganciai la palla col tacco e superai il portiere in uscita. A Bari sono stato benissimo, è stata una stagione difficile. Abbiamo lottato, poi ci fu un calo generale sino all’esonero di Maran. L’esperienza di Bari rappresenta comunque un tassello importante della mia carriera.”
Con l’esonero di Maran e l’arrivo di Materazzi, le cose cambiarono e trovò meno spazio. Come mai?
“Francamente non lo so. Non c’è stato feeling sin dall’inizio, per diversi motivi.”
Quel Bari concluse il campionato al 13° posto. In rosa c’erano i vari Gillet, Scaglia, Carrus, Gazzi e Ganci. Era una squadra che poteva fare di più?
“Potevamo fare di più, senza dubbio. Poi la società sbaglò ad esonerare Maran e da quel momento le cose precipitarono. Arrivarono anche le dimissioni del ds Fausto Pari. Situazioni difficili che finirono con l’influenzare anche il nostro rendimento in campo.”
A fine campionato lasciò Bari per approdare alla Triestina. Divorzio inevitabile?
“Assolutamente sì : non c’erano i presupposti per continuare sia da parte mia che da parte del Bari. E comunque ero in prestito dal Vicenza.”
Che ricordi ha di Bari città e della tifoseria biancorossa?
“I ricordi sono fantastici. Sono stato pochi mesi ma mi sono trovato bene, così come la mia famiglia. Gente sempre disponibile. Poi si mangia da Dio…”
Veniamo al Bari dei giorni nostri. Biancorossi terzi in classifica. Sorpreso dal campionato dei galletti?
“Non sono per nulla sorpreso perchè non hanno smantellato la squadra che ha vinto il campionato di C. Quando cominci a vincere i campionati, confermi l’ossatura della squadra e magari ci aggiungi degli innesti di valore, è più semplice fare bella figura. Sono contento per quello che stanno facendo e ancora non è finita…”
Bari che, nell’ultimo turno di campionato, ha vinto a Pisa tra le polemiche con la società toscana che aveva inizialmente preannunciato ricorso per poi ritirarlo. Che idea si è fatto?
“Per me si è trattato di un chiaro errore tecnico dell’arbitro. Il gioco andava fermato. Ma se il risultato verrà confermato, meglio per il Bari.”
Come vede questo rush finale del campionato di B? Frosinone 68 punti Genoa 66 Bari 60...
“Il Frosinone sta attraversando un momento difficile e sembra in calo, mentre il Genoa è in un ottimo periodo e credo che verrà promossa come prima. Se il Bari riuscirà a vincerle tutte sino alla fine e se il Frosinone continuerà a perdere punti, non escludo sorprese.”
E lunedì c’è Bari Cittadella. Sulla carta non dovrebbe esserci storia…
“Attenzione! Il Cittadella ha voglia di riscattarsi ed è una squadra mai doma che deve ottenere punti per la salvezza. Hanno tanti giovani che vogliono mettersi in evidenza: potrebbe rivelarsi una partita difficile per il Bari, specie se non verrà interpretata nella maniera giusta.”
Per chi tiferà?
“Posso dire che tifo per il pari (ride)? Scherzi a parte, ho lasciato il cuore a Cittadella, quindi tiferò per loro ma mi auguro che il Bari possa andare in serie A.”