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Bari, nel 2022 oltre 40 denunce per aggressione nell’Asl

I dati diffusi dal sindacato di medici e dirigenti sanitari Anaao Assomed

Pubblicato da: redazione | Lun, 24 Aprile 2023 - 19:36
asl bari cardiologia

Quarantadue denunce di aggressione nel 2022, di cui 17 per violenza fisica e verbale, 5 solo fisiche e 20 aggressioni solo verbali. È quanto emerso dai dati diffusi dal sindacato di medici e dirigenti sanitari Anaao Assomed che evidenzia che il “40,4% dei casi ha riguardato medici, il 28,5% infermieri, il 7,1% assistenti sociali, 4,7% Oss, 4,7% amministrativi e 14,6% altro personale (psicologici, farmacisti, tecnici)”.

“Anche la Puglia – evidenziano dal sindacato – ha pagato un prezzo troppo alto per la mancata sicurezza degli operatori della sanità; la morte di Paola Labriola, avvenuta per mano di un paziente il 4 settembre 2013, è una ferita insanabile, un dolore inconsolabile che si rinnova ogni volta che si ha notizia di una ennesima aggressione. Da allora, duole sottolinearlo, nulla è cambiato”. Entrando più nel dettaglio, il 69% delle violenze registrate negli ospedali di Bari e provincia ha visto “protagonista un paziente, il 28,5% parenti dei pazienti, il 2,4% utenza non identificata”.

Ma non solo. Gli episodi, secondo quanto emerso dal report, si sono verificati principalmente nei Centri di salute mentale, Servizio per le dipendenze, Servizio psichiatrico diagnosi e cura, Neuropsichiatria, Pronto Soccorso. “La Asl Bari ha il triste primato nelle aggressioni al personale sanitario – commenta infine Silvia Porreca, segretaria aziendale Annao Assomed Asl Bari -. La nostra posizione, come più volte espressa anche dal segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, è chiara: fino a quando non si metteranno in atto tutte le condizioni per tutelare il personale sanitario nell’esercizio delle proprie funzioni, non faremo che contare le vittime”. “Occorre, lo ribadiamo, il riconoscimento del medico quale pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, l’inasprimento delle pene nei confronti degli aggressori, il rafforzamento – conclude – dei sistemi di vigilanza in tutti i presidi, soprattutto quelli con maggiore vulnerabilità come reparti e centri psichiatrici e pronto soccorso” – conclude.

Foto repertorio

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