A Bari e a Teramo, sono previste per lunedì prossimo, 17 aprile, due “importanti” manifestazioni, in occasione dello sciopero dei lavoratori della Banca Popolare di Bari.
“La Bpb – ha precisato il segretario della Uilca Bpp, Ugo Pojero – è il brutto anatroccolo del gruppo Mcc (Mediocredito centrale). Organici di filiali e uffici di direzione ridotti al minimo storico. Assistiamo solo a politiche sui tagli e nessuna politica sugli investimenti. Stipendi ridotti non sono più sostenibili nell’anno 2023. Sono previsti due importanti presìdi a Bari e Teramo per lo sciopero del 17 aprile e saremo lì con tanti lavoratrici e lavoratori. Ci aspettiamo – ha concluso Pojero – un cambio di atteggiamento da parte dell’azienda”.
Nel pomeriggio del 12 aprile i vertici della Banca Popolare di Bari hanno chiesto di incontrare le organizzazioni sindacali in merito alla comunicazione di sciopero previsto per il prossimo lunedì 17. Le 5 ore d’incontro si sono però rivelate insoddisfacenti. La proposta aziendale è stata giudicata del tutto insufficiente e priva di contenuti. Lo sciopero, il primo della Banca che conta 2180 dipendenti e 217 filiali, rimane confermato.
La Fisac e le altre organizzazioni sindacali vogliono discutere di varie tematiche che non si traducono in un mero recupero salariale ma chiedono di discutere dell’organizzazione del lavoro, delle problematiche aziendali in genere ma, soprattutto, capire realmente dove “vuole andare” la banca e “quale strada vuole percorrere” per raggiungere le mete che si prefigge: in sintesi capire quale sarà il futuro dell’istituto bancario e dei suoi dipendenti.
Di contro i vertici aziendali latitano sulle risposte. Con la giornata di mobilitazione si intende lanciare all’azienda un segnale forte e concreto e si auspica si possa aprire un tavolo di confronto e di negoziazione ma a partire da martedì solo dopo la giornata di mobilitazione.
In ogni caso – precisano le organizzazioni sindacali che definiscono lo sciopero “storico” – “si attende una risposta da parte aziendale, sugli argomenti da mettere sul tavolo, sulle modalità di negoziazione e sulle prospettive future ovviamente se è vero quanto dichiarato dai vertici, ovvero che non chiuderà il dialogo dopo una giornata di sciopero”.