La gara del lunedì di Pasquetta contro il Südtirol, costituirà un nodo cruciale per il campionato del Bari. Si affronteranno, infatti, la terza e la quarta forza del campionato separate in classifica da un solo punto.
Sfida particolare quella del ‘Druso’ di Bolzano, anche per la possibile presenza tra gli undici altoatesini del ‘nemico’ giurato della tifoseria barese, vale a dire Andrea Masiello. Per affrontare questo e tanti altri temi che la partita offre, ci siamo rivolti ad un doppio ex davvero speciale: l’indimenticato Carlo Perrone.
Perrone si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare anche la sua carriera, il suo passato in Puglia e Alto Adige, senza tralasciare il calcio giocato.
Attualmente si trova in Portogallo. In terra lusitana ha allenato l’Olhanense. Ottimo inizio, poi qualcosa si è inceppato…
“Le cose non sono andate per il meglio, anche se abbiamo vinto il campionato. Ci sono stati problemi societari, col presidente che ci ha mollato a metà stagione. Abbiamo fatto comunque bene e giocato un buon calcio: ora sono in Portogallo per verificare se ci sono possibilità per avviare un nuovo progetto. Magari con qualche garazia in più.”
La sua carriera di allenatore è iniziata nel 2005 nel settore giovanile del Padova. Successivamente è diventato collaboratore di Attilio Tesser, attuale mister del Modena. Un tecnico che magari ha raccolto meno di quanto meritasse?
“Assolutamente sì. Sia per la professionalità che per la signorilità. Forse uno come lui è troppo per l’ambiente del calcio. Avrebbe meritato d’allenare in serie A.”
Con Tesser si è alternato nel Südtirol. Con gli altoatesini sfiorò la promozione in serie C1, ma in qualità di direttore sportivo. Che esperienza fu e che realtà è quella di Bolzano?
“Ci giocammo la finale per la promozione in C1 ma venimmo battuti dalla Cremonese. Quella del Südtirol è una bella realtà, con gente molto seria e facoltosa. Non mi meraviglia che stiano facendo così bene. E’ gente che mantiene la parola data. Realtà come quelle di Bolzano fanno solo bene al calcio.”
Facciamo un passo indietro e veniamo alla sua carriera da calciatore. Cresciuto calcisticamente nel Padova, ha militato in tanti club. Bari, Campobasso e Atalanta le esperienze più importanti?
“Direi proprio di sì. Sono le tre esperienze più importanti, ma sono legato a tutte le squadre nelle quali ho giocato: penso al Padova, squadre della mia città, ma come dimenticare le esperienze a Vicenza, Empoli o Trieste.”
Con l’Atalanta ha anche esordito nelle competizioni europee e sfiorato la convocazione in nazionale. E’ questo il grande cruccio della sua carriera?
“Non è un grande cruccio, anche se ci sono andato vicino. Sono contento di com’è andata la mia carriera. Ho giocato contro i calciatori più forti del mondo. Penso a Maradona, Zico, Platini o Van Basten. Cosa potrei chiedere di più?”
E veniamo alla parentesi a Bari. Dal 1987 al 1990: 71 presenze e 11 reti. Una promozione in Serie A e la vittoria della Mitropa Cup nel 1990 proprio con un suo nella finale contro il Genoa…
“E’ stata un’avventura bellissima con la grande soddisfazione d’essere entrato nella storia del club giocando l’ultima partita nello stadio ‘Della Vittoria’ e segnando il gol che è valso l’unico trofeo internazionale del Bari. Una tifoseria che mi ha regalato emozioni e che tuttora mi dimostra affetto: sono andato a vedere Cittadella Bari e, quando ho lasciato lo stadio, un gruppo di tifosi biancorossi mi ha dedicato un coro. Ho ancora i brividi: probabilmente molti di loro non mi hanno mai visto giocare.”
Nel suo Bari c’erano tanti calciatori di talento oltre lei: Joao Paulo e Maiellaro su tutti.
“In quella squadra c’era tanta qualità. Bravi gli allenatori a trovare l’equilibrio e noi a sacrificarci: per supportare tanta qualità occorreva anche sacrificio in fase di non possesso palla.”
Perchè le strade di Perrone e del Bari si separarono?
“Non avrei mai lasciato Bari. Ci furono delle incomprensioni dopo il mio infortunio. Qualcuno non credeva nel mio completo recupero e fecero altre scelte.”
Passando al Bari dei giorni nostri. Galletti reduce dal sofferto e prezioso successo contro il Benevento. Ma i biancorossi non sono brillanti come qualche settimana fa…
“In un campionato difficile e livellato come quello di B, ci sono momenti in cui si è meno brillanti. E’ un campionato tosto: penso a squadre come Spal e Benevento che si trovano nei bassifondi della classifica. Da squadra neopromossa, il Bari sta facendo un campionato fantastico. Un piccolo calo può starci: li ho visti giocare e mi hanno fatto una grande impressione.”
Bari che fa anche fatica a trovare la via della rete e il suo bomber Cheddira ha le polveri bagnate…
“Ho visto il Bari nelle trasferte di Cittadella e Ferrara e, in quelle due gare, hanno segnato 3 e 4 gol. Non avevano grande difficolta a trovare la via del gol. Anche gli attaccanti vivono momenti negativi, sono convinto che torneranno a segnare e ad essere competitivi. Il Bari ha un impianto di gioco che permette a tanti di andare in gol.”
Tra le note positive di questo scorcio di stagione c’è Gregorio Morachioli. Ragazzo classe 2000 che il Ds Polito ha pescato dal Renate. Può essere il nuovo Perrone?
“Se mi dice così, mi segno questo nome e me lo vado ad osservare per bene. Gli auguro di fare anche meglio del sottoscritto. Sono molto curioso. Anche qui in Portogallo ho visto diversi calciatori talentuosi, magari ne segnalo qualcuno a Polito (ride).”
Campionato positivo per i biancorossi, attesi ora dalla sfida al Südtirol, quarta forza del campionato. Sfida decisiva? Che partita si aspetta?
“Mi aspetto tanto equilibrio. Non esistono avversari facili in questa serie B. Non si può perdere terreno nei confronti di nessuno.”
Secondo lei Masiello giocherà stavolta? Da ex calciatore, come si affronta un avversario con un passato del genere?
“Mi è capito di giocare contro un avversario che aveva commesso reati gravi. L’ho affrontato con ancora più grinta e risolutezza. Se Masiello giocherà, affrontarlo costituirà un’ulteriore motivazione per i calciatori del Bari.”
Che finale di stagione immagina per i biancorossi? La serie A è alla portata di questa squadra?
“La serie A è un sogno ma è alla portata di questo Bari. Hanno dimostrato d’avere tutte le carte in regola per potercela fare. Non sarà facile perchè questo equilibrio regnerà sino alla fine. Vengono da una grande cavalcata e sanno come si vince. Non sono obbligati ad andare in serie A e credo che questo possa divenire un vantaggio.”