Un fabbisogno di dispositivi ortopedici pari a 3,2 miliardi (per i prossimi quattro anni), a monte dei 5 miliardi di euro necessari per le spese in tutta Italia e dei 349 milioni necessari per il solo 2019. È quanto previsto da una gara indetta da Innova Puglia, società aggregatrice della Regione, che aveva calcolato spese ben superiori a quelle utilizzate, per un solo anno, in Regione.
È per questa ragione che, il Tar di Puglia, accogliendo il ricordo di un’azienda romana, la Uber Ros, ha annullato il bando sottolineando che “i dati si commentano da se”. “Esaminando gli atti di gara – hanno specificato i giudici – emerge che il discostamento della stima dei fabbisogni dal dato della spesa storica è significativo e privo di qualsivoglia giustificazione. Più specificamente emerge dal Rapporto del Ministero della salute che la spesa complessivamente registrata per l’anno 2019 per il consumo dei dispositivi medici direttamente acquistati dalle strutture pubbliche del Sistema sanitario nazionale (cd. flusso consumi) è stata di 5 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale; e, in particolare per la Regione Puglia, è stata di euro 349.196.899. Diversamente, per il prossimo quadriennio e soltanto con riferimento ai dispositivi ortopedici oggetto di gara, è stato stimato un fabbisogno pari ad una spesa complessiva superiore a 3 miliardi” – evidenziano.
“I dati – hanno proseguito – si commentano da sé, quand’anche si valorizzi, e va in effetti valorizzata, la circostanza del forte ridimensionamento della spesa storica regionale in ragione dei significativi tagli resi necessari dal piano di risanamento” – concludono. Quest’ultimo, più nello specifico, è il principale motivo che ha portato i giudici ad annullare la maxi gara. Già in udienza però, la Regione aveva dichiarato che c’era stato un errore nei calcoli. Il tribunale amministrativo ha ritenuto di fatto il bando “sovradimensionato” rispetto alle esigenze necessarie per il territorio regionale. L’Anac, in tal senso, si era già espressa lo scorso dicembre evidenziando “l’abnormità dei dati di cui si discute” e accogliendo, inoltre, le segnalazioni pervenute da alcuni operatori del settore.
Foto repertorio Tar Puglia