A qualche chilometro dal centro città, la polizia locale di Bari ha posto sotto sequestro giudiziario, ai sensi dell’art 321 del CPP, un’area di circa 350 metri quadrati, su cui erano depositati cumuli di rifiuti vari provenienti da demolizioni edilizie. L’ipotesi di reato contestata dal personale del Comando di Via Aquilino è quella di discarica abusiva, reato rubricato all’art. 256, comma 3, del Testo Unico Ambientale. Al momento dell’intervento sul posto erano presenti due operai, dipendenti della ditta che stava eseguendo lavori edili in un immobile nei pressi del sito. Gli agenti e ufficiali di Polizia Giudiziaria, intervenuti hanno accertato che sull’area pertinenziale all’edificio in cui erano in esecuzione i lavori era stato realizzato un riempimento di circa 60 cm di altezza sull’originario piano campagna, con rifiuti speciali costituiti in prevalenza da materiale riveniente da demolizione di manufatto edilu, accatastati in un’area posteriore della superficie di circa 350 mq.
Dall’ispezione dei rifiuti presenti e già spianati, sulla parte laterale dell’immobile, si rinvenivano frammenti di materiale presumibilmente in cemento amianto, mentre all’interno di un cumulo presente nella parte posteriore, parzialmente visibile, affiorava un terminale di una canna fumaria anch’esso presumibilmente in cemento amianto. Sono stati prelevati campioni dal suddetto materiale per il successivo invio all’ARPA Puglia per le relative analisi quali-quantitative. Nonostante un apposito regolamento ministeriale, entrato in vigore a novembre dello scorso anno, che disciplina il riutilizzo, a determinate condizioni, del materiale di risulta proveniente dalle demolizione edili, i suddetti cumuli erano privi di tracciabilità e analisi qualitativa, mentre il titolare del cantiere non ha fornito le indicazioni sui siti di produzione dei suddetti rifiuti speciali.