Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Tango”
Uno dei giovani più interessanti della musica pop italiana.
Viene descritto così dalla critica Alberto Cotta Ramusino, in arte Tananai.
Classe ‘95, Tananai racconta che questo nomignolo simpatico gli è stato dato da piccolo da suo nonno e in dialetto vuol dire “piccola peste”. Una piccola peste effettivamente forse lo è stato per davvero. Inizialmente iscritto all’università di architettura, ha deciso di lasciare gli studi per dedicarsi completamente alla musica, “ero a un bivio: o dedicarmi alla musica per bene o finire il corso di laurea. Fare tutte e due le cose avrebbe significato essere mediocre in entrambe le materie. Non avevo il tempo, davvero. Quando ho dovuto decidere a cosa rinunciare, ho pensato che una vita senza fare l’architetto mi sarebbe comunque andata bene.”
Non solo musica ma anche parole
La verità è che una volta scoperta la musica, Tananai non ha saputo più farne a meno, già da quando aveva 15 anni e suonava musica elettronica come dj nelle discoteche di Milano.
Con il tempo ai suoi pezzi ha deciso di aggiungerci parole, quelle che mancavano ad una melodia che da sola probabilmente non era sufficiente a suscitare un’emozione, a lasciare un ricordo nella sua mente in primis ma anche del suo pubblico.
Ogni suo testo è riferito a qualcuno in particolare, al suo migliore amico, alla sua ormai ex ragazza, ai suoi genitori, o talvolta a se stesso: “ la noia è il mezzo per scrivere le canzoni. Il fine sono le persone alle quali penso mentre compongo”.
Dall’elettronica all’indie
Dall’elettronica Tananai passa all’Indie, per esordire in Spotify Indie con “Volersi male” una canzone d’amore, quell’amore che passa anche dal farsi male, cantata dentro un carrello della spesa e “Ichnusa”, che parla anch’essa d’amore, ma di un amore finito, con i sentimenti e i rimpianti che lo accompagnano.
Il suo punto di forza, è probabilmente parlare di cose comuni, che capitano a tutti. E’ questo che il pubblico inizia ad apprezzare dei suoi brani, il potersi riflettere in ogni verso, il poter dire “l’ho vissuto anche io”, “l’ho provato anche io”.
E’ però solo nel 2022 grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo che Tananai inizia davvero ad avere successo.
Il successo con il Festival di Sanremo
Il brano che porta è “Sesso occasionale”. Nonostante quello che a primo impatto si potrebbe evincere dal titolo, il brano parla di un percorso, una maturazione di quello che è il sentimento e l’equilibrio di coppia. Il pezzo ha un ritmo allegro, spensierato, si fa tanto cantare quanto ballare, ma tuttavia si classifica in ultima posizione.
Ultima posizione che però è in netto contrasto con quello che accade subito dopo: il pubblico adora il pezzo, il successo è clamoroso, “Sesso Occasionale” entra nella classifica Top 50 di Spotify posizionandosi al settimo posto con 6.905.165 di streams e totalizzando 1,9 milioni di views su YouTube.
Sempre nel 2022 esce un altro suo grande successo, “La dolce vita”, un brano in collaborazione con Fedez e Mara Sattei che raccoglie fin da subito grandi consensi oltre che ottimi risultati, diventando disco d’oro in sole due settimane.
Un “Tango” pieno d’amore
Ma se fino a quel momento abbiamo conosciuto solo il lato più leggero, allegro e ironico di Tananai, è nell’ultimo Festival di Sanremo che ci mostra un altro suo lato, ugualmente bello.
Il nuovo Tananai è romantico, intimo, delicato.
Il suo inedito “Tango” è tra i migliori in competizione. Nel video le immagini riprese dallo scontro russo-ucraino alternate a quelle di una storia d’amore vissuta a distanza, tra mancanze e incertezze.
“Tango” è un brano che emoziona sin dalle prime note. E’ struggente, è passionale, offre la possibilità di soffermarsi su quanto a volte sia bella la quotidianità, le piccole cose, scorre via veloce, e in questo brano, a differenza degli altri, gli amati non si riconoscono più, il finale è dolceamaro.
Quello che ci piace di questa “piccola peste” è che sa sorprenderci, lasciarci stupefatti davanti ai suoi cambiamenti personali e musicali, ma cosa più importante, sa sempre, in ogni caso, passarci un’emozione.
Foto: Wikimedia