In Italia l’ictus è tra le prime tre cause di morte e la prima di disabilità. A essere colpite ogni anno sono 185mila persone; 45mila di loro sopravvivono ma con esiti gravemente invalidanti. Numeri importanti, che hanno spinto la Società Italiana Ictus (Isa-Aii) alla stesura di nuove linee guida terapeutiche, oggi approvate e pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità. Di questo e dello stato di salute della società scientifica, che tra i 747 soci attivi ha visto l’ingresso di numerosi giovani professionisti, si è parlato al IX Congresso Nazionale Isa-Aii, a Lecce fino al primo aprile. “L’approvazione delle nuove raccomandazioni da parte dell’Iss ci permette di guardare al futuro del trattamento dell’ictus con rinnovato ottimismo”, afferma Mauro Silvestrini, Presidente Isa-Aii. La pubblicazione delle Linee Guida, sottolinea Danilo Toni, past president della società, “permetterà prima di tutto la loro applicazione sul territorio, che verificheremo attraverso un audit annuale.
Oggi l’attenzione all’ictus, alla riconoscibilità dei segni e all’importanza di agire in tempi rapidi è molto aumentata, aggiunge Paola Santalucia, presidente eletto Isa-Aii, “ma quello che ancora manca è l’attenzione al post-evento, ai disturbi che possono presentarsi anche a distanza di tempo. La spasticità è uno tra i problemi più ricorrenti: per aumentare la consapevolezza a riguardo abbiamo dato vita alla campagna di comunicazione Strike on Stroke. Attraverso questo progetto siamo venuti a conoscenza della situazione nei reparti di riabilitazione, delle mancanze di strumenti che gli specialisti lamentano e della poca conoscenza dei pazienti riguardo le possibilità di trattamento dei loro disturbi. È importante garantire omogeneità di cura su tutto il territorio. Trattare le criticità significa offrire alle persone colpite da ictus la possibilità di tornare a vivere una vita di alta qualità”. La decisione di svolgere questa edizione del Congresso a Lecce “è di grande impatto e ci permette di sottolineare la disuguaglianza tra Nord e Sud Italia nel numero di centri ictus disponibili – conclude Leonardo Barbarini, direttore Neurologia-Stroke Unit dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce -. L’assistenza dovrebbe essere uniforme in tutte le Regioni. Siamo impegnati a tempo pieno nel riempire il gap”.