Una vera e propria base operativa allestita nel cimitero di Sava, in provincia di Taranto: li venivano nascosti droga a armi nei loculi.
E’ solo uno dei dettagli di una operazione che ha portato ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 19 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo e ricettazione, nei comuni di Sava e Torricella.
La droga, secondo quanto riportato nel provvedimento restrittivo, veniva acquistata a Francavilla Fontana (Brindisi) e spacciata nei comuni del versante orientale del Tarantino – anche in pieno lockdown – grazie ad un nutrito gruppo di pusher. Il presunto sodalizio criminoso avrebbe “riconvertito il cimitero di Sava nella base operativa logistica del gruppo, dove al sicuro da occhi indiscreti, sarebbero avvenuti gli incontri con i fornitori, con i pusher”.
In quel luogo, scrive il gip nell’ordinanza, “sarebbero avvenuti, poi, i conteggi dei proventi dell’attività di spaccio, la suddivisione degli utili e in alcune occasioni anche il taglio dello stupefacente”. Due degli indagati avrebbero occultato armi illegalmente detenute, all’interno di un loculo vuoto, di proprietà di una ignara famiglia, all’interno del quale gli investigatori hanno rinvenuto 3 fucili, di cui uno a pompa, e vario munizionamento, anche per pistole, che da successivi accertamenti sono risultati rubati.