“La donna è tornata in pronto soccorso e ha iniziato a inveire con violenza contro la mia collega, colpendola con uno schiaffo talmente violento da procurarle una distorsione cervicale. Sono intervenuta per tentare di calmare la parente del paziente ma la sua rabbia è solo cresciuta. Ci siamo barricate nella stanza rossa ma per venti minuti ha colpito con calci e pugni la porta nel tentativo di sfondarla, minacciandoci con frasi come ‘ti vengo a prendere a casa, ti ammazzo’. La situazione è andata avanti sino all’arrivo della volante della polizia. Se abbiamo avuto paura? Sì, ne abbiamo avuta e molta”. E’ il racconto della dottoressa Marcella Granieri che era presenta all’aggressione subita ieri da una sua collega nel pronto soccorso dell’ospedale San Paolo da parte di un parente di un paziente assistito il giorno prima. Le parole della dottoressa sono riportate in un comunicato del sindacato Anaao Assomed Puglia.
I due medici sarebbero stati pesantemente minacciati con frasi come: “Ti taglio la testa, sarò il tuo incubo”. “La sera prima – racconta ancora Granieri – il parente della donna era arrivato in pronto soccorso. Dopo tutti gli accertamenti e un consulto chirurgico, abbiamo prescritto la cura e dimesso il paziente, perché abbiamo riscontrato una patologia che non aveva carattere di urgenza e non necessitava di ricovero”. Ma il giorno dopo, per motivi ancora non chiari, la donna, parente del paziente, è tornata in ospedale. “Ciò di cui abbiamo bisogno – spiega Granieri – è un presidio h24 delle forze dell’ordine. Purtroppo, sulla carta, dovrebbe essere garantita la presenza degli agenti per 12 ore al giorno, ma la domenica non c’è mai nessuno. È necessario, invece, intensificare la presenza della polizia perché le guardie giurate, da contratto, non possono intervenire in casi come questi”.