Un vero e proprio esercito di invisibili. Nel mondo ogni anno scompaiono diversi milioni di bambini, decine di migliaia ogni giorno. Almeno un milione sono quelli che scompaiono in Europa. Di questi solo pochissimi vengono ritrovati. Secondo i dati di Missing Children Europe, ogni 2 minuti, sul territorio europeo un bambino viene dichiarato scomparso. Ma resta difficile trovare dati certi a livello mondiale. In Francia 53’439 minori scomparsi nel 2018; 100’000 ogni anno in Germania; 460mila negli Stati Uniti; in Spagna quasi 20mila; in Canada circa 45mila; nel Regno Unito quasi 113mila. Missing Children Switzerland lamenta la mancanza di una statistica ufficiale, “stimiamo che attualmente si verifichino 25’000 casi all’anno di fughe di minori, oltre 100 i casi di rapimento da parte di un genitore”.
Ancor più impossibile invece anche solo trovare stime a riguardo nei paesi sudamericani dove soprattutto i rapimenti sono all’ordine del giorno. Il simbolo dei bambini scomparsi è Ethan Patz. A lui è stata intitolata la Giornata Mondiale del Minore Scomparso che ricorre il 25 maggio di tutti gli anni, a ricordare la data in cui questo bimbo scomparve a New York nel 1979. Ethan venne dichiarato morto nel 2001. Altrettanto famosa e triste è stata la sparizione di Madeleine Beth McCann, una bambina inglese di tre anni, avvenuta la sera di giovedì 3 maggio 2007 a Praia da Luz, una località di villeggiatura in Algarve (Portogallo) dove era in vacanza con i suoi genitori. Anche Madeleine, come Ethan, non fu mai più ritrovata. Tra i casi storici più insoluti, in Italia, oltre quello di Denise Pipitone, anche quello di Angela Celentano, una bambina di 3 anni, scomparsa la mattina del 10 Agosto 1996 sul Monte Faito durante una gita con la sua famiglia e altre persone, e anche lei, purtroppo mai ritrovata. Anche se la madre non si è mai arresa.
C’è chi ha più fortuna e riesce a tornare tra le braccia dei propri genitori. Il caso più clamoroso resta quello di Natasha Kampush. Aveva 10 anni, stava andando a scuola a Strasshof (Vienna) quando venne rapita da un maniaco e rinchiusa in una botola, una stanzetta di tre metri per quattro, alta un metro e sessanta, con una porta blindata tra lei e la libertà. Otto anni e mezzo da schiava, botte, fame, violenze. Fino al giorno della fuga, era il 23 agosto 2006. Il suo aguzzino, Wolfgang Priklopil, si buttò sotto un treno. Una non vita per “3’096 giorni”, come s’intitola il suo libro del 2010 in cui racconta quell’incubo. Storia simile per Jaycee Lee Dugard: la sua scomparsa avvenne a South Lake Tahoe, in California, nel 1991, quando aveva soltanto 11 anni. Fu ritrovata ben 18 anni dopo. Durante il suo lunghissimo sequestro subì continue violenze, dalle quali nacquero anche due bambine. La madre biologica di Carlina White, al processo che ha vista condannata a 12 anni la sua rapitrice. Clamorosa la vicenda di Carlina White, la bambina che fu rapita a soli 19 giorni di vita. Nel 2011 è stata lei stessa a riconoscersi tra le foto dei bambini scomparsi, pubblicate su un sito. Lei, che nel frattempo era diventata una donna, ha finalmente potuto ritrovare se stessa e la sua vera storia.
E poi Sabrina Allen rapita quando aveva soltanto 5 anni, nel 2002, ritrovata dopo ben 12 anni. A “rapirla” la madre dopo il divorzio: la donna per fare in modo che nessuno riconoscesse la figlia, le tinse persino i capelli, le cambiò nome e non la fece andare a scuola per 10 anni fuggendo in Messico. Il padre non si arrese e dopo un’indagine speciale, la polizia ritrovò la bimba, oramai ragazza, arrestando la madre. C’è un fenomeno, che accompagna quasi sempre quello dei bimbi scomparsi: i falsi ritrovamenti. Un ginepraio di telefonate, avvistamenti, piste, test del dna che finiscono in un vicolo cieco. Emblematico il caso in Italia di Denise Pipitone, scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo in Sicilia, all’età di soli 4 anni mentre giocava davanti casa della nonna. All’appello della madre Piera Maggio rispondono in tanti. La bambina viene segnalata a Verona, Cremona, Molfetta, Potenza e Bologna: tutti falsi allarmi. Nel 2008 la madre vola addirittura a Marrakech, in Marocco, solo per ottenere l’ennesima delusione. Nel 2021 una ragazza russa Olesya Rostova in cerca della vera madre, (dopo essere stata cresciuta da una donna di etnia rom) fa l’esame del dna con esito negativo. Uno scenario che si è replicato pochi giorni fa quando anche l’ennesima pista, speranza, test del dna, sulla ragazza bosniaca Denisa Berganovic ha dato esito negativo.