Le Troiane di Euripide in un intreccio di parole di grandi intellettuali, musica e coreografie, nel riadattamento della Compagnia Motus in scena al Teatro Kismet di Bari. Il nuovo appuntamento della Stagione ‘Sconfinamenti’, a cura di Teresa Ludovico, sabato 18 marzo alle ore 21 e domenica 19 marzo ore 18 ci accompagna con Tutto brucia in un lamento che si propaga in quel Mediterraneo nero che – nell’Antica Grecia come oggi – è luogo di migrazione e diaspore, sulle terre martoriate dalle conquiste dell’Europa coloniale.
Un gradito ritorno all’Opificio per le Arti barese per la compagnia fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, da sempre animati dalla necessità di confrontarsi con temi, conflitti e ferite dell’attualità, in un teatro che fonde scenicamente arte e impegno civile. Una ricerca che ha permesso loro di ottenere diversi riconoscimenti in Italia e all’estero (l’ultimo nel 2021, il Premio della Critica dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro). Anche in Tutto brucia la tragedia di Euripide rivive con le visioni di alcuni tra i più ‘scomodi’ studiosi della contemporaneità, tra filosofia, letteratura e antropologia: Jean Paul Sartre, Judith Butler, Ernesto De Martino, Edoardo Viveiros de Castro, NoViolet Bulawayo e Donna Haraway.
Tra le rovine di uno spazio vuoto e stravolto, coperto da cenere e cadaveri dimostri marini, dove tutto è già accaduto, emerge la questione della vulnerabilità radicale. “Il corpo rotto di Ecuba, la parola profetica di Cassandra – raccontano gli autori – che vede oltre la fine, il grido spettrale di Polissena, l’invocazione ai morti di Andromaca, le violenze subite da Elena e infine il corpo più fragile e inerme, quello del bambino, Astianatte, danno voce ai soggetti più esposti e vulnerabili. E agli spettri che le/ci assediano”.
È attraverso il dolore che le protagoniste nella scena tragica – Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (al secolo Francesca Morello, che cura le musiche live insieme a alle canzoni e musiche live insieme a Ilenia Caleo) – si trasformano materialmente e divengono altro da sé: cagna, pietra o acqua che scorre, elaborando la violenza subita. Un dolore che si innesta anche nella scenografia: sul palco cenere, di scarti, di polvere e di sacchetti di immondizia ad alludere a una città ormai distrutta per sempre dalle fiamme, a rappresentare il dolore della Troia conquistata durante la guerra del Peloponneso, da cui Euripide nel 415 a.C innesta la sua tragedia.
Domenica 19 marzo si rinnova l’appuntamento con lo Spettatore critico: dopo la replica si tiene nel foyer l’incontro con il cast artistico, che dialogherà con il pubblico insieme alla regista Teresa Ludovico e al critico Nicola Viesti. Inoltre il 18 marzo nel foyer del teatro sarà allestito lo stand dell’associazione culturale ‘Un panda sulla luna’, che gestisce anche una libreria a Terlizzi. Uno spazio dove gli spettatori potranno acquistare e ricevere consigli sul prossimo libro da leggere.
(Foto Tutto Brucia ©Claudia Borgia_6)