Questa mattina il sindaco Antonio Decaro e il prefetto Antonella Bellomo hanno deposto una corona di fiori in via Venezia, a Carbonara, per onorare il ricordo di Giuseppe Mizzi a 12 anni dal suo omicidio. La cerimonia, organizzata dall’amministrazione comunale, si è svolta in presenza dei familiari di Giuseppe Mizzi, della presidente del Municipio IV Grazia Albergo e degli alunni delle scuole elementari Don Mario Dalesio e Armando Diaz, della scuola media De Marinis e dell’istituto Calamandrei nonché dei volontari della associazione Libera Puglia guidata da don Angelo Cassano.
“Da qualche anno ci ritroviamo qui, dove Giuseppe Mizzi è stato ucciso, per onorare la sua memoria assieme alla famiglia, alle scolaresche di Carbonara, alle associazioni e alle persone che gli volevano bene – ha esordito il sindaco Decaro -. Giuseppe Mizzi è una vittima innocente di mafia, una persona per bene che ha pagato con la vita un tragico scambio di persona. Un episodio che ha sconvolto la comunità di questo territorio, già provata dalla perdita di Gaetano Marchitelli, un ragazzo che otto anni prima aveva subito la stessa tragica sorte di Giuseppe.
Da allora fortunatamente sono cambiate molte cose grazie alla ferma risposta di istituzioni, Forze di Polizia, magistratura ma anche dei cittadini che hanno saputo rialzare la testa per opporsi alle logiche criminali. Oggi siamo tanti, molti di più rispetto agli anni passati, e questa è la migliore testimonianza che anche questa comunità, così duramente provata e segnata da una presenza criminale pervasiva, sta cambiando e vuole reagire in modo fermo e deciso alle dinamiche mafiose, che hanno impedito per anni alla nostra città di crescere e maturare una scelta chiara. Anche la presenza dei bambini e dei ragazzi delle scuole del Municipio a questa celebrazione è la testimonianza più evidente che l’aria, finalmente, è cambiata.
Solo così Giuseppe Mizzi da martire innocente diventa simbolo di rinascita e di riscatto per l’intera comunità: Pino, quindi, continuerà a vivere non solo nei cuori di chi lo ha amato ma di tutti noi. Perché Pino è il simbolo di quella Bari onesta e di tutti quei lavoratori che non si sono mai arresi alle difficoltà della vita e il suo ricordo oggi diventa patrimonio cittadino. Per questo, desidero ringraziare la famiglia Mizzi, i giovani figli di Pino, sua moglie e i suoi fratelli che non si sono mai arresi al loro dolore e che hanno scelto di restare qui nonostante tutto. Grazie alla loro testimonianza e a quella degli altri familiari delle vittime di mafia, la città di Bari ha scelto di stare dalla parte della legalità, delle persone per bene, di chi continua a soffrire ma cammina a testa alta, rifiutando la sopraffazione e i soprusi delle dinamiche mafiose”. Come noto, Giuseppe Mizzi, padre e marito esemplare, dedito alla famiglia e al lavoro, fu brutalmente assassinato, all’età di 39 anni, davanti alla sua abitazione il 16 marzo del 2011. Dalle indagini giudiziarie è emerso che fu ucciso per un tragico scambio di persona durante un agguato mafioso. Per l’omicidio di Giuseppe Mizzi è stato condannato all’ergastolo il boss barese Antonio Battista, ritenuto affiliato al clan Di Cosola.