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Bari, autisti dei bus Amtab sotto scacco delle baby gang: “Minacciati anche con coltelli”

Pubblicato da: Francesca Emilio | Dom, 12 Marzo 2023 - 09:00

“Passano gli anni, ma la situazione non cambia: peggiora. Ormai abbiamo paura a tutte le ore, siamo soli. Vorremmo poter lavorare con più sicurezza”. A raccontarlo a Borderline24 è Antonio, un autista dell’Amtab, intervenuto in merito alle diverse aggressioni avvenute negli scorsi mesi e “ormai all’ordine del giorno” – specifica – sui bus da parte di baby gang, ma non solo.

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Dalla pretesa, sotto forma di minaccia, soprattutto durante le ultime corse, di essere accompagnati proprio sotto casa, ai ragazzini, meglio definiti come “baby gang”, che “spesso e volentieri si prendono gioco” degli autisti spingendo il pulsante di emergenza, facendo così fermare la vettura rischiando l’incolumità di chi è a bordo. Ma non è finita qui, sono molti gli episodi che hanno visto i bus dell’Amtab protagonisti di atti di violenza nei confronti degli utenti, degli stessi autisti e dei mezzi. Basti pensare alla notte di Halloween, in cui i bus di alcune corse sono spesso sotto il mirino delle baby gang che lanciano, anche in presenza di utenti, uova o pietre. Tutte situazioni che portano oggi, in tanti, a vivere con paura la propria permanenza a bordo.

“Non è più una questione di linee più o meno pericolose – ha spiegato Antonio – alcune sono sicuramente più prese di mira, ma ormai è un fenomeno che riguarda tutte le corse e tutte le fasce orarie, soprattutto quelle che transitano la mattina presto o la sera tardi. Siamo in balia del nulla, lasciati soli, in alcuni casi è davvero impossibile. Chiediamo da tempo una soluzione. Non ci sentiamo al sicuro e, non sono al sicuro neanche gli utenti, per i quali, da soli, non possiamo fare molto” – ha sottolineato raccontando un episodio avvenuto ad un suo collega qualche settimana fa.

“Un utente – ha proseguito – è salito sul 14, bus che prima, da mezzanotte in poi era riservato solo agli autisti per il rientro, ma oggi è in servizio anche per gli utenti. Il mio collega era da solo e, ad un certo punto, mentre erano in zona Polivalente, è stato minacciato con un coltello da un ragazzo che pretendeva di essere accompagnato a Sant’Anna. Inutile dire che noi non possiamo fare fermate in più o allungarci seguendo tratte non prestabilite. Per fortuna, ma è stato solo un caso, da lì passava una pattuglia e il ragazzo si è spaventato. Ma se ci capitano cose del genere che dobbiamo fare? Siamo costretti ad assecondare le richieste per evitare che finisca male. C’è da sottolineare che in alcune fasce orarie, come quella in questione, non abbiamo neanche l’opportunità di incrociare altri colleghi sulla linea che transita dal verso opposto, siamo completamente da soli. Ma la situazione non cambia anche sulle altre corse, è una situazione fuori controllo” – ha aggiunto.

Adesso gli autisti sono stanchi e chiedono, a gran voce, che si trovi una soluzione. “Va avanti da così da troppo tempo – ha proseguito Antonio – c’è stato un periodo in cui su alcune corse viaggiava una guardia giurata, ma sappiamo che questo potrebbe non bastare. Vorremmo, invece, azioni più concrete, ad esempio la protezione degli autisti con la blindatura del posto guida, come accade a Roma e Milano, su tutti i bus. Nessuno dovrebbe poter entrare, in questo modo, nel momento in cui accade qualcosa, abbiamo il tempo di chiamare i soccorsi, senza avere paura che si possa ritorcere contro di noi una situazione di violenza. Poi vogliamo sui mezzi una videosorveglianza che funzioni sul serio e infine vorremmo che vengano presi davvero provvedimenti su chi compie questi gesti. Fino ad oggi non è stato così, ma se un ragazzino o un adulto, perché capita in entrambi i casi, compiono atti di questo tipo e rischiano sul serio una multa salata o il carcere, probabilmente, ci pensano due volte prima di mettere a repentaglio la sicurezza e la vita sia di noi autisti, sia degli utenti. Sappiamo bene che azioni del genere richiedono spese, ma i fondi non sono mancati, basta scegliere come spenderei soldi. Siamo stanchi di lavorare così, ci sentiamo soli e nessuno ci tutela. Il Comune? Non dà risposte, eppure il sindaco è come se fosse un nostro titolare” – conclude.

Foto repertorio

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