Un braccio robotico da poter indossare come supporto extra durante le attività quotidiane e, in particolare, per i compiti più difficili. È lo scenario previsto per il futuro in seguito alle ricerche dello scienziato Silvestro Micera, del Politecnico Federale di Losanna in Svizzera e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, presentate in America nel corso dell’incontro annuale dell’associazione per l’Avanzamento delle Scienze (Aaas).
L’obiettivo della ricerca è quello di permettere ai cittadini di affrontare le difficoltà quotidiane, in particolare le sfide tecniche, ma anche cognitive tramite l’ausilio di un terzo braccio indossabile all’occorrenza e utilizzabile tramite elettrodi impiantati nel sistema nervoso di individui sani. La tecnologia, si basa su ricerche già effettuate. Micera, infatti, fu il primo, nel 2013, a ridare il senso del tatto a unuomo amputato tramite l’ausilio di una mano bionica. La tecnologia si basava nello specifico sul fornire risposte sensoriali tramite elettrodi impiantati chirurgicamente nei principali nervi del braccio e, si ipotizza, sarà utilizzata per rendere possibile il ripristino di altre funzioni motorie e sensoriali, ad esempio nel caso di lesione del midollo spinale e ictus.
Oggi, la tecnologia, risulta maggiormente innovativa. Il ricercatore ha infatti iniziato ad esplorare la possibilità di aumentare ed estendere il corpo umano tramite tecnologie indossabili ed elettrodi impiantati tramite tecniche non invasive. “La ricerca sul controllo a tre braccia – ha spiegato Micera – potrebbe aiutarci a capire come si ottiene l’apprendimento nelle attività della vita quotidiana, ma questi dispositivi potrebbero essere utilizzati anche nella logistica, ad esempio per facilitare compiti complicati” – ha concluso.
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