Si incontrano al risto-pub per festeggiare l’8 marzo in cui ricorre la Giornata internazionale della donna, ordinano cibo e bevande per un costo totale di 200 euro, ma vanno via senza pagare il conto. È accaduto a Casamassima, in particolare al Crazy Bull, protagoniste dieci donne. A raccontare la vicenda sui social è il proprietario del pub, amareggiato per quanto accaduto, ma soprattutto intenzionato a procedere con l’identificazione.
“Che si viva in una società di decadimento valoriale è ormai esperienza a noi tutti nota – scrive – ma quando il decadimento si concretizza proprio il giorno dedicato alle donne, certe condotte lasciano il sapore sgadevole dell’amarezza. Ebbene 10 donne ieri sera erano al Crazy Bull di Casamassima proprio per festeggiare l’8 marzo e dunque il rispetto dei valori della dignità d’essere donne. Ma come si può chiedere rispetto e sperare che la società cambi se calpestiamo per primi la nostra stessa dignità(donne o uomini che siano)?! Un tavolo di 10 donne ha pensato di consumare per ben circa 200 euro di portate, senza passare dalla cassa e rispettosamente pagare” – sottolinea.
“Pagare il corrispettivo di tutto quanto ordinato – proseguono – significa in primis rispettare il lavoro di tutti i dipendenti del pub, significa rispettare l’attività del titolare del pub che garantisce a sua volta il lavoro ai propri dipendenti, significa rispettare sé stessi. A parti invertite come reagiremmo se subissimo tale inqualificabile condotta? Le telecamere hanno registrato tutto e le malfattrici, presto o tardi, verranno identificate perdendo anche pubblicamente la dignità già individualmente calpestata! Ma questa è una sconfitta sociale, perché dovremmo tutti poter essere liberi di vivere senza le telecamere, ma la sconfitta è che simili condotte siano state attuate da donne proprio l’8 marzo. Mi piacerebbe credere – dice infine il gestore – che tutto ciò non sia avvenuto per dolo. In tal caso tutto verrebbe ricomposto dal giusto pagamento, prima che la vicenda possa imboccare la via giudiziaria. Con amarezza meditiamo insieme” – conclude.
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