L’obiettivo è mitigare le spese fino a 30 euro a carico degli esercenti di attività di impresa, arti o professioni con ricavi e compensi relativi all’anno precedente, comunque non superiori a 400mila euro. Per questo è stato istituito un tavolo tecnico previsto dalla legge di bilancio al Mef per contenere i costi delle transazioni elettroniche, compresi i pagamenti attraverso i Pos.
Dal 2014 è in vigore una norma che obbliga esercenti e professionisti e che riguarda tutti gli scontrini anche quelli di piccolissimo importo. Resta il nodo delle commissioni di incasso che incidono in maniera significativa sui pagamenti di importo più basso. Per questo è stato istituito il tavolo tecnico presso il Ministero dell’economia e delle finanze per individuare soluzioni per contenere i costi delle transazioni elettroniche.
Dal 30 giugno 2022 chi non accetta un pagamento digitale di qualsiasi importo è passibile di una sanzione amministrativa pari a 30 euro a cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato. In pratica, spiega l’organizzazione dei consumatori Altroconsumo, “se un esercente dovesse rifiutare un pagamento di 100 euro rischierebbe una sanzione di 34 euro, la sanzione sarebbe pari a 30,20 euro se dovesse rifiutare un pagamento di cinque euro. L’esercente o il professionista deve accettare almeno una tipologia di carta di debito e una di carta di credito (identificate dal marchio del circuito di appartenenza): questi sono i requisiti richiesti affinché l’obbligo venga assolto. Non è quindi richiesto che vengano accettati tutti i pagamenti digitali, ma – nel momento in cui l’esercente aderisce a un circuito – deve sempre accettare i pagamenti con strumenti appartenenti a quel circuito, pena il rischio di incorrere nella sanzione”.
Sempre Altroconsumo, ricorda che già dal 2014 chi effettua attività di vendita o prestazione di servizi (anche professionali) “è tenuto ad accettare anche pagamenti effettuati tramite carte di credito o di debito, tranne in caso di disguidi tecnici. Un obbligo che è però sempre rimasto di fatto solo sulla carta dato che, nonostante siano state più volte annunciate, non sono mai arrivate le sanzioni e si è dovuto aspettare metà 2022 per la loro regolamentazione.
Le sanzioni sono operative già da un po’ ma continuano le segnalazioni degli utenti che non riescono a pagare con la carta. Ultima in ordine di tempo, precisa ancora Altroconsumo, “la disavventura capitata ad una ragazza che per aver osato chiedere di pagare con carta ad un tassista è stata fatta scendere dall’auto prima che finisse la corsa.
Che cosa si può fare di fronte ad un esercente, un tassista, un medico che non vi pagare con carta un bene o servizio? In ordine di principio – chiarisce l’organizzazione dei consumatori- visto che è vostro diritto sancito dalla legge pagare con carta, potreste non pagare il bene o il servizio; d’altra parte c’è anche il diritto dell’esercente e del professionista ad essere pagato. La soluzione è quella di chiamare la Polizia locale o la Guardia di Finanza e denunciare il fatto; questo potrebbe convincere l’esercente ad accettare la carta ed ovviamente farebbe scattare nei suoi confronti la multa”.
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