Sono trascorse poche ore dall’importante successo del Bari sul Venezia, ma è già tempo di pensare al prossimo e ravvicinato impegno di campionato: domenica, 5 marzo, alle ore 15, c’è Ascoli Bari. Per anticipare i temi di questo match, senza tralasciare quanto accaduto nella gara contro il Venezia, abbiamo contattato chi ha vestito (e segnato) sia la maglia biancorossa che quella bianconera: Paolo Monelli, indimenticato bomber degli anni 80/90. Monelli si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare la sua carriera, il suo passato in Puglia e nelle Marche, ma anche per commentare le ultime istantanee del campionato cadetto.
Monelli, partiamo dalla sua carriera: primi passi nelle giovanili dello Scandiano, poi il passaggio nel settore giovanile del Monza e l’esordio in B proprio con i brianzoli. Parliamo dei primissimi anni 80. Un altro calcio…
“Assolutamente sì. Ricordo che c’erano poche sostituzioni, le rose erano striminzite. Quando ho esordito, a 16 anni, eravamo solo tre in panchina. Un calcio preistorico, ma parliamo di oltre quarant’anni fa…”
La consacrazione arrivò però con la maglia della Fiorentina: dal 1981 al 1987 (nel mezzo una parentesi ad Ascoli) per un totale di 124 presenze e 26 reti.
“L’esperienza di Firenze è stata la più importante della mia carriera e anche la più lunga. Con la maglia viola ho esordito in serie A a 18 anni. Purtroppo la mia carriera ha subito un brusco stop all’età di 28 anni, quando mi sono seriamente infortunato.”
La parentesi di Ascoli, stagione 1982-83: eravamo in Serie A. 22 presenze e due reti. Possiamo definirla un’esperienza formativa?
“Il primo anno a Firenze non fu positivo per me: non giocai molto chiuso da gente come Bertoni e Graziani. Così, in accordo con la società viola, andai in prestito ad Ascoli e fu la mia fortuna perchè l’anno successivo tornai a Firenze giocando titolare per quattro stagioni. La tappa di Ascoli fu fondamentale anche perchè in panchina c’era Carlo Mazzone, uno dei migliori allenatori che ho avuto. Ottenemmo una preziosa salvezza all’ultima giornata e ci fu una festa incredibile.”
Tra le esperienze più significative, sicuramente quella di Bari dal 1988 al 1990: 57 presenze e 14 reti.
“E’ stata un’esperienza bellissima. Il presidente Matarrese stava allestendo una squadra fortissima per vincere il campionato di B. Arrivammo io e Scarafoni, poi c’erano anche Mannini, Perrone e Maiellaro (uno dei più forti con cui ho giocato insieme a Joao Paulo). Vincemmo il campionato abbastanza facilmente, poi ci salvammo tranquillamente in serie A.”
Corsi e ricorsi storici: la sua cessione dalla Lazio al Bari per due miliardi di lire, causò le dimissioni di un certo Eugenio Fascetti da allenatore dei capitolini. Per il ‘toscanaccio’, Monelli era un punto fermo…
“Con Fascetti ho sempre giocato, ma me lo meritavo sul campo a suon di gol (13 reti di cui 11 decisive). Diede le dimissioni da tecnico della Lazio, ma non solo per la mia cessione al Bari.”
In Puglia ha ottenuto una promozione dalla B alla A, la salvezza nella massima serie oltre la vittoria della Mitropa Cup. Poi le strade di Monelli e del Bari si divisero…
“Non ci fu nessun motivo particolare alla base del mio addio al Bari. La società prese Raducioiu al posto mio. Fu una separazione naturale.”
Prima parlavamo di Eugenio Fascetti. A Bari invece venne allenato da Gaetano Salvemini. Due tecnici molto diversi tra loro…
“Direi proprio di sì. Fascetti più sanguigno, ma eccezionale dal punto di vista umano. Salvemini più pacato. Sono stati due padri per me, anche se molto diversi nel modo di interpretare il ruolo dell’allenatore. Due bellissime persone.”
A proposito di allenatori, lei ha iniziato la carriera da tecnico nelle giovanili del Monza. Al momento allena la formazione under 19 femminile del club lombardo. Come mai questa scelta e come valuta il movimento calcistico in rosa?
“Quest’anno mi è capitata l’occasione di tornare ad allenare in una società professionistica e ho accettato di buon grado. Esperienza nuova e che mi diverte. Il calcio femminile è in costante crescita, anche se le differenze col calcio maschile esistono ancora.”
Proprio dal Monza, il Bari ha pescato Salvatore Molina, autore dell’assist vincente per Bellomo che ha permesso ai biancorossi di battere il Venezia.
“Il cross per Bellomo è stato bellissimo, molto preciso e tagliato. Uno di quei cross che adoravo ricevere quando giocavo. Molina è più un esterno. Negli ultimi anni ha vinto diversi campionati. Mi auguro possa riuscirci anche quest’anno con la maglia biancorossa.”
Veniamo alla strettissima attualità: il Bari di Mignani è reduce dall’importante vittoria di misura sul Venezia. La serie A diretta dista solo un punto…
“Spero che il Bari possa tornare da subito in serie A, è una piazza che merita grandi palcoscenici. Anche contro il Venezia ho visto una curva eccezionale. Parliamo di una neopromossa, ma non è inusuale vedere un club proveniente dalla serie C fare il doppio salto.”
E domenica c’è la trasferta ad Ascoli. Club bianconero rivitalizzato dalla cura Breda. Partita molto insidiosa per i galletti.
“Vero, partita molto insidiosa per il Bari. L’Ascoli viene dalla vittoria sul Modena e ha ambizioni playoff. Poi, quello stadio lo conosco: giocarci e vincere è molto difficile. Ai miei tempi, facemmo 23 punti su 30 in casa, ottenendo la salvezza e battendo grosse squadre come la Juve o la Fiorentina. E’ un campo storicamente ostico per tutti.”
Per chi tiferà?
“Non tifo per il pareggio e faccio un pronostico: X2.”
Da bomber a bomber: questo Cheddira è pronto per la serie A?
“Ha giocato anche i mondiali e ha delle qualità fisiche e tecniche importanti. Per me è pronto per il grande salto.”
Venendo al campionato. Il Frosinone ha ripreso la propria marcia. Poi ci sono cinque squadre che si contendono il secondo posto: Genoa, Bari, Sudtirol, Reggina e Pisa. Chi vede favorito?
“Il secondo posto se lo giocheranno Genoa e Bari. Sono le più attrezzate”.